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Spoils system basta ipocrisie

sabato, 7 Gennaio 2023
1 minuto di lettura

Lo spoils system non è né una panacea né un vaso di pandora. Vediamo.

Prima ipocrisia: “se lo fanno gli altri è sbagliato se lo faccio io è giusto“.

In realtà vale il titolo dell’opera mozartiana “Così fan tutte” le maggioranze. La Corte Costituzionale ha detto che è legittimo ma ha messo alcuni paletti.

Seconda ipocrisia: “serve a far funzionare meglio i ministeri“.

Non è automatico. Dipende dalla qualità e dalla capacità delle persone nominate. Se sono solo fedeli e affidabili ma poco capaci….

Terza ipocrisia: “avere persone di loro fiducia aiuta i ministri a governare meglio“. Dipende. Se sono solo  yes-men aiutano i ministri a sbagliare. Se si tratta di persone molto competenti, con la schiena dritta e capaci di dire di no, devono sperare che il ministro di turno sia una persona intelligente, altrimenti rischiano l’umiliazione.

Quarta ipocrisia: “senza dirigenti di fiducia il ministro non può farcela“.

Dipende da quante ore della sua giornata il titolare del dicastero decide di dedicare al suo incarico. Se si limita a poche riunioni su massimi sistemi e alla firma di carte più o meno importanti, il  ministro non ha alcun polso dell’attività del suo dicastero. Se invece il ministro si comporta come un Amministratore delegato , beh…. va in ufficio alle 8 di mattina ed esce alle 22 (salvo gli impegni istituzionali che ha con il Parlamento e con le riunioni del Governo).

Quinta ipocrisia“lo spoils system aumenta la responsabilità politica del ministro sugli atti dell’amministrazione pubblica“.

Dipende. Se il ministro  lavora sodo, si rompe la testa studiandosi i problemi, i testi normativi, consultando i portatori di interessi, ce la può fare. Se invece si limita a “volare alto” si consegna mani e piedi nelle mani dell’amministrazione, fosse anche diretta dai suoi fedelissimi, che ne faranno quello che vogliono.

Insomma andiamoci piano con frasi fatte ed autoassolutorie e guardiamo in faccia la realtà: lo spoil system può essere molto utile al buongoverno a condizione che premi il merito, insieme alla fedeltà, non sia una  copertura per lottizzazioni selvagge, non sia un alibi per il ministro per lavorare di meno.

Introdotto negli Stati Uniti dal Presidente Jackson (1929) all’inizio veniva applicato su tutto l’apparato amministrativo federale. Nel 1883 fu corretto dal Merit system che limitò il potere del Presidente Usa di nominare persone di sua fiducia. Su 2 milioni e 700 mila dipendenti del Civil service federale, la Casa Bianca può oggi intervenire su 4000 posizioni, di cui solo 700 riguardano dirigenti non di carriera, in pratica il 10% dell’intero gruppo dirigenziale federale. Molte di queste nomine sono sottoposte al

Come si vede è un po’ diverso dal nostro spoils system che riguarda una cinquantina di vertici apicali dei ministeri inclusi anche dirigenti di carriera. Ricordiamoci questi due principi: l’indirizzo politico spetta agli eletti, la Pubblica Amministrazione deve essere imparziale.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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