È ancora in bianco il paragrafo su come finanziare i ristori ai Paesi più poveri danneggiati dalle emissioni nocive di quelli più ricchi nella bozza di documento finale della Cop27 di Sharm el-Sheikh.
Manca, dunque, un accordo fra gli Stati sul tema più spinoso della Cop27 che vede i Paesi emergenti e in via di sviluppo chiedere un Fondo ad hoc per i “loss and damage”, mentre Stati Uniti e Unione Europea temono esborsi eccessivi e preferiscono aggiornare gli strumenti già esistenti.
Nella bozza di documento finale si evidenzia “con preoccupazione il crescente divario fra i bisogni dei Paesi in via di sviluppo e il sostegno fornito da quelli sviluppati. Le stime di tali bisogni sono dell’ordine di 5.600 miliardi di dollari al 2030, ma nel periodo 2019-2020 il flusso di finanza climatica globale è stato di 803 miliardi di dollari, il 31-32 per cento di quanto è necessario per tenere il riscaldamento sotto il 2%”.
Il documento quindi “sollecita i Paesi sviluppati ad aumentare il sostegno”. La bozza esprime anche “grave preoccupazione che l’obiettivo dei 100 miliardi di dollari all’anno” per aiuti ai paesi in via di sviluppo nelle politiche climatiche, previsto dall’Accordo di Parigi, “non sia stato ancora raggiunto dal 2020” e “sollecita i paesi sviluppati a raggiungerlo”.