Trentadue anni fa la mano armata dell’odio e dei carnefici di “cosa loro” rendeva immortale e “Beato” quel giudice ragazzino che coniugava bene nella sua vita il Vangelo del riscatto e il diritto civile.
Rosario Livatino sanguinante ripete quelle parole che gli studenti del Parlamento della Legalità Internazionale hanno inciso in oro nell’agenda marmorea “Sub Tutela Dei”. Nella stele che richiama e attira l’attenzione del passante spesso distratto il Parlamento della Legalità Internazionale ha posato la palma del martirio e l’agenda benedetta già da Mons. Carmelo Ferraro arcivescovo emerito della diocesi di Agrigento.
Grande l’impegno culturale e lo zelo della professoressa Antonella Zambuto donna di prima linea che da anni si batte per educare i giovani a riscoprire la bellezza della vita a partire dalle piccole cose. In questo luogo il Parlamento della Legalità Internazionale ha chiamato a raduno tanti giovani per sostare in silenzio e provare a sentire l’appello di Rosario Livatino “Quando moriremo non ci verrà chiesto se siamo stati credenti ma credibili”.
Credibili nell’azione nell’agire nel fare opere di bene e non proclamare sermoni inutili che non fanno bene neanche a chi parla. Credibili nell’azione di fraternità vera e disinteressata, credibili tra il dire e il fare, credibili perché innamorati dell’Amore. Su questo decalogo il Parlamento della Legalità Internazionale sprona la società civile a dire da quale parte stare. Rosario Livatino indica la Bellezza di una fede che non necessita di belle parole ma di azioni credibili che domani, al cospetto di Dio, grideranno Verità e Giustizia.