Inflazione. Il giovedì atteso dagli analisti e dagli investitori come foriero di possibili scossoni sui mercati, sembra essere trascorso lasciando indenni i fondamentali. I messaggi che sono passati dalla conferenza stampa di Lagarde sono due: il peso dell’inflazione sui mercati sarà passeggero e le Banche centrali continueranno a sostenere i mercati. Questo nonostante l’aumento considerevole dei prezzi al consumo negli Usa.
TASSI INVARIATI E INFLAZIONE
La Bce lascia i tassi d’interesse fermi: il tasso principale rimane a zero, il tasso sui depositi a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%. Il Consiglio direttivo si attende che anche nel prossimo trimestre “gli acquisti netti nell’ambito del Pepp continuino a essere condotti a un ritmo significativamente più elevato rispetto ai primi mesi dell’anno”. Riviste al rialzo le stime di crescita per l’Eurozona nel 2021 e 2022, a +4,6% e +4,7%, mantenendo il 2023 a +2,1%.
Al momento, l’inflazione dell’area dell’euro è mossa quasi interamente dagli effetti di base dei prezzi dell’energia e non c’è stato alcun segno di una ripresa sostenuta delle pressioni sui prezzi sottostanti.
L’inflazione sarà all’1,9% nel 2021, 1,5% nel 2022 e 1,4% nel 2023. Per la presidente Lagarde la ripresa economica accelererà nel secondo trimestre la ripresa economica accelererà nel secondo trimestre e l’inflazione sta risalendo, principalmente a causa di fattori temporanei. In questo momento “una stretta sarebbe prematura e creerebbe dei rischi”.
IL PEPP FINO A QUANDO SARA’ UTILE
Confermati anche gli acquisti nell’ambito del Piano per l’emergenza pandemica (PEPP), che ha una dotazione finanziaria totale di 1.850 miliardi di euro ed una validità sino alla fine di marzo 2022. La BCE conferma che il Piano resterà in vigore “in ogni caso, finché non riterrà conclusa la fase critica legata al coronavirus” e che il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PEPP sarà reinvestito almeno sino alla fine del 2023. “In ogni caso, la futura riduzione del portafoglio del PEPP sarà gestita in modo da evitare interferenze con l’adeguato orientamento di politica monetaria”.
NESSUN CAMBIAMENTO DI ROTTA
La maggior parte degli analisti ritiene che il mantenimento della strategia porterà ad un’evoluzione invece che a una rivoluzione e non prevedono implicazioni radicali sugli investimenti come conseguenza.
La BCE dovrà rimanere altamente accomodante per gli anni a venire e, semmai, le conclusioni della revisione probabilmente propenderanno per un accomodamento più lungo e per lo sdoganamento di strumenti di politica monetaria precedentemente non convenzionali.