Il tema della riforma della legge elettorale è da sempre tema divisivo della politica italiana. Il sistema proporzionale ha creato una estrema frammentazione del consenso degli elettori, continue crisi di governo, determinate, in buona parte, dal ricorso ai governi di coalizione.
De Gasperi tentò di porre riparo a questo stato di cose con la così detta “legge truffa”, il cui quorum non scattò nelle elezioni del 1953 e fu abrogata l’anno dopo, combattuta dai partiti di sinistra. Il mito del proporzionalismo fu messo in discussione nel corso degli anni ’70 da Giuliano Amato in una serie di articoli comparsi su Mondo Operaio. Veniva così demistificato il mito del proporzionalismo proprio dalla sinistra. Il referendum popolare sostenuto da Mario Segni, di fatto si pronunciò a favore di un sistema maggioritario.
DAL PROPORZIONALE AL MATTARELLUM E OLTRE
Venne così l’adottato da parte del Parlamento il così detto Mattarellum, che prende il nome dall’attuale Presidente della Repubblica e che si caratterizzava per una significativa vocazione maggioritaria. Tale legge fu modificata radicalmente dai successivi così detti Porcellum, Italicum e Rosatellum, che introdussero innovazioni di carattere peggiorativo. Al momento attuale vige sia alla Camera che al Senato la legge Rosato, che istituisce un sistema misto, anche se orientato in senso proporzionale, visto che i due terzi dei seggi sono assegnati secondo criteri proporzionali ed un terzo attraverso collegi uninominali.
LA RIFORMA DEL POTERE ESECUTIVO
Nel nostro Paese il problema della legge elettorale è stato sempre centrale, poiché si guarda con sospetto una eventuale riforma della forma di Governo, poiché è diffusa che la forma di Governo parlamentare dia maggiori garanzie di democraticità. È questa una convinzione discutibile, poiché, ad esempio, negli Stati Uniti – ed parte in Francia-, dove vige una forma di Governo semi-presidenziale, le libertà democratiche vengono ugualmente assicurate.
Il problema è stato di recente posto dal segretario del PD, Enrico Letta, il quale ha auspicato la fine della stagione proporzionale e sembra di capire che egli auspichi un ritorno alla vecchia legge Mattarella.
Tale proposta ha coagulato il consenso della Lega ed essa sembra in linea con le due sentenze –relativamente recenti- della Corte costituzionale.
Quel che importante è, comunque, che si adotti, in tempi ragionevoli, una riforma. Non si dimentichi, infatti, quanto scriveva Massimo Severo Giannini in una famosa introduzione ad un datato libro di Burdeau: esiste una tendenziale inconciliabilità tra forma di Governo parlamentare e sistema elettorale proporzionale.