DAL MANIFESTO 2017 DELLO SPAZIALISMO DELL’ANIMA
“Lo Spazialismo voleva evocare proprio l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, nel senso dello spazio fisico, anche nell’arte, cercando di introdurre nella pittura una terza dimensione. Ecco perché Fontana tagliava le tele, per introdurre una terza dimensione, quasi a far diventare la pittura scultura, cioè tridimensionale. Fontana introduce anche, seguendo i dettami della fisica moderna, una quarta dimensione strettamente connessa con la terza della tridimensionalità e dello spazio, che è la dimensione temporale.”
PRESENTAZIONE DELL’OPERA
“Χριστός” è Cristo in Greco, che era la lingua colta del tempo e la lingua dei pagani. E’ un richiamo spirituale, una ambientazione spirituale, nel senso che Cristòs scritto in Greco esprime che Cristo viene a chiamare a conversione i pagani. Quest’opera fa parte della prima produzione dello Spazialismo dell’Anima, presentata in Vaticano nella Galleria voluta da Papa Paolo VI. E’ stata esposta a Berlino, nel 2017, in naturale assonanza alla ferita profonda che Berlino ha avuto e che ha avuto anche Cristo, e l’Umanità in Cristo. Cristo incarna tutta l’Umanità quindi tutti noi abbiamo avuto una ferita profonda nella 2^ Guerra Mondiale. E’ stata donata dall’Autrice a Papa Francesco, Pontefice di vocazione gesuita.
SPIEGAZIONE DELL’OPERA
Εφχαρίστω, Eucarestia: questa è un’ostia, visibilmente. I cristalli disposti in periferia sono color champagne, oro (il colore più puro e prezioso, simboleggia la Luce di Dio). In alcuni punti sono anche cristalli trasparenti, segno della duplice natura: pur essendo il Cristo, quindi totalmente divino, Gesù ha assunto la natura umana. Anche quando si impasta il pane azzimo, il pane “della fretta”, per la mensa eucaristica, si fa una miscela di due farine: una grezza, che simboleggia la natura umana, e una più raffinata, bianca, bianchissima, che rappresenta la natura divina. Questo pane, che ha il colore dell’In-carnato, mescola la duplice natura di Cristo, assoluta in entrambe le forme, ma anche la nostra duplice natura: umana, originaria poi decaduta, e restaurata, cioè redenta. Cristo infatti ha assunto anch’Egli la natura umana per poter infondere anche in noi la natura di figli di Dio, quindi divina. Irrompono, con violenza, i cristalli rossi.
E’ evidente che questo è il costato trafitto di Cristo. La lettura delle opere dello Spazialismo dell’Anima è duplice: la base pittorica esprime la dimensione umana, mentre la disposizione dei cristalli esprime la dimensione spirituale. Come mai, dunque, qui, viceversa, la dimensione spirituale è espressa dai cristalli, rossi come coaguli, fisici, concreti, e la base non evidenzia la dimensione umana, con una pittura rossa? Perché questo è sangue divino, cioè la sostanza materiale è realmente spirituale. Una sola goccia di questo sangue salva tutta l’Umanità. Questo è un coagulo (non soltanto) spirituale. Evoca il miracolo di Bolsena, evidentemente, e tutti i miracoli relativi alla transustanziazione.