Quache anno fa fece notizia l’apertura della Apple Academy a Napoli. A dare risalto alla notizia anche la BBC la quale sottolineò che, se da un lato l’operazione aveva acceso entusiasmi e speranze nei giovani laureati di zona e facilitato il lavoro di promozione della Regione, dall’altro l’atteso afflusso di capitali e la conseguente creazione di un vero e proprio ecosistema imprenditoriale stentarono a prendere forma.
Non è trascorso molto tempo da allora e, nonostante diversi proclami, le cose non sembrano essere cambiate in meglio. Così, al dramma lavoro, aggravato dalla pandemia, si associa la crescente tentazione a emigrare in cerca di fortuna altrove da parte delle nuove generazioni. Tuttavia, non tutto è perduto. Un punto di partenza ci sarebbe.
ITALIA, POPOLO DI ASPIRANTI IMPRENDITORI
Secondo un recente studio IPSOS, l’Italia è uno tra i Paesi al mondo con il più alto spirito imprenditoriale. Nonostante ciò, e seppur 2 italiani su 10 dichiarano di volersi mettere in proprio nel prossimo biennio, restano ancora alte le barriere all’ingresso. Per esempio, il 40% degli aspiranti imprenditori italiani lamenta difficoltà di accesso ai finanziamenti.
Il problema diventa di ancora più delicata soluzione se da un lato accedere al finanziamento bancario sfiora i limiti dell’impresa e, dall’altro, il denaro intelligente si è fermato a Eboli. Per esempio, pur essendo stato un anno record per i venture capital, solo il 5% dei progetti finanziati è made in sud.
Il perché è presto detto: “Fare impresa innovativa non richiede solo buone idee”, ha spiegato Marco Daviddi di Ernst & Young, ma “è necessario che si crei un ecosistema adatto”. Come fare?
L’OCCASIONE PER IL MEZZOGIORNO
Studiosi di fama globale come Thomas Hellman provano a illuminare il percorso proponendo una possibile soluzione sulla base di esperienze di successo come quella della Silicon Valley. Il ragionamento: se è vero che il denaro intelligente proviene da investitori che in prima persona hanno sperimentato il processo imprenditoriale, è altrettanto vero che bisogna gettare le basi affinché l’orientamento all’imprenditorialità venga sostenuto e premiato.
In questo senso, da un lato saranno molto importanti le riforme per dare corpo al futuro promesso dal Recovery Fund, citando le recenti dichiarazioni del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Dall’altro, per permettere sempre a più persone di sperimentare in prima persona come si fa impresa, occorre fare tesoro di tutti gli strumenti finanziari alternativi di cui i giovani imprenditori dispongono e spesso a loro insaputa, come il crowdfunding per esempio.
Diventa perciò essenziale una partnership pubblico-privato, ovvero una collaborazione stabile tra istituzioni e operatori di settore, per promuovere pancia a terra questo come altri strumenti finanziari alternativi ed educare le nuove generazioni di imprenditori meridionali a usarli al meglio. Perché, come in una cinghia di trasmissione generazionale, saranno loro con ogni probabilità i prossimi fornitori di capitale intelligente.