Due settimane di manifestazioni antigovernative delle varie città colombiane rigurgitano nel Paese sudamericano quantità di morti e feriti, dopo cinquant’anni di guerriglia mai estinta. Si parla di cinquecento persone scomparse e abusi perpetrati dalla polizia ai danni dei civili e delle popolazioni indigene venute in soccorso dei manifestanti per operare proteste pacifiche. Il timore maggiore resta quello di un crescendo di violenza incontrollata, che dia origine ad un nuovo conflitto armato con il volto di una guerra civile.
Nonostante tutto ciò, il presidente Duque ha dichiarato la volontà di rafforzare ulteriormente gli spiegamenti militari in risposta alle proteste civili. Una demilitarizzazione della politica colombiana sembra essere la soluzione più lontana quanto la più lucida e opportuna per uno stato che pare accogliere in sé la natura istintiva ed efferata di Achille, in netta contrapposizione rispetto a quella dell’altro personaggio omerico di Ulisse: calcolatrice, astuta e prudente. Achille, che sembra vivere in una lotta costante spes contra spem, proprio come accade da mezzo secolo alla República de Colombia. Ora che si rispecchia come mai prima nella strofa del suo inno nazionale quando «… Si bagna nel sangue di eroi la terra di Colombo».
LA MORTE DI LUCAS VILLA
E’ infatti dell’11 maggio ultimo scorso la notizia della morte di Lucas Villa, giovane simbolo della protesta pacifica, a sei giorni dagli otto colpi di arma da fuoco che lo avevano trafitto mentre manifestava in maniera non violenta a Pereira .Inoltre secondo i dati delle ong Temblores e Indepaz (Istituto di studi per lo sviluppo e la pace) almeno 47 persone sono state uccise durante le manifestazioni in Colombia, tra cui 39 attribuite alla polizia – mentre l’Ufficio del difensore civico ha registrato finora 27 morti nel quadro dello sciopero nazionale.
PUERTO RESISTENCIA
Intanto tutti i colombiani d’Italia scendono in piazza: a Torino, Milano, Verona, Roma. Vicini a quella seppur lontana trincea di Puerto Rellena – ribattezzato Puerto Resistencia, che è el corazón de las protestas – quartiere periferico di Cali: la città colombiana in cui si è registrato il più alto numero di morti tra i giovani durante le proteste. E stavolta entra in gioco la natura generosa del protagonista dell’Iliade: perché è da lì che Hugo, uno dei tanti Achille piè veloce di vent’anni, si dichiara pronto a morire per proteggere il suo quartiere dalla polizia; armato proprio come un eroe omerico, è pronto a combattere nella notte con un cartello stradale come scudo, ginocchiere in cuoio borchiate e messe a punto con la macchina da cucire ed una maschera anti-vapori presa in prestito da un amico pittore. E come lui gli altri giovani Achille, ciascuno nella sua posizione guadagnata sulle barricate di Puerto Rellena, mentre finiscono un panino in attesa della veglia notturna.