domenica, 17 Novembre, 2024
Attualità

Quel pizzino urla verità…

La stele dove i sicari hanno ucciso Rosario Livatino è li. Sola con una croce in alto che indica il sacrificio di un “Povero Cristo”,  un magistrato cosi schietto e silenzioso che mai avrebbe pensato di esporre la sua camicia intrisa di sangue come reliquiario in un giorno di Beatificazione. La stele è li, solo qualche fiore e l’agenda in marmo con la scritta in oro “Sub Tutela Dei” – anche noi ci crediamo I giovani del Parlamento della legalità – Anno Scolastico 2005 /2006.

Nessun corteo, nessun incontro ufficiale, nessuno che prima della “Beatificazione” sia andato ad accendere un cero “di gratitudine” e posato un fiore di riconoscimento. “Solo il sindaco di Canicattì – dirà poi Antonella Zambuto, coordinatrice culturale del parlamento della legalità internazionale per la provincia di Agrigento – è stato a posare un cuscino di fiori con una delegazione di cittadini sempre legati alla memoria di Rosario  Livatino”.

La stele è li sola come il Golgota dove Rosario come il Nazareno ha spirato abbandonandosi a quel Dio che ha amato follemente e di cui ha pure sperimentato la notte buia della fede quando le minacce di morte oltre a lui arrivavano anche all’indirizzo dei genitori. Credibili, si credibili, parola spesso pronunciata da Rosario e a distanza di tempo circolate  fra le parole di tanti  che non sanno che di credibilità si muore. Alla stele qualche fiore, nessuna cerimonia, nulla. Eppure è li che Rosario ha siglato il suo Vangelo, la sua incorruttibilità, la sua memoria.

Da giorni un biglietto anonimo posato all’angolo tra un fiore vero , una piantina di fiori di plastica e l’agenda frutto dei risparmi dei giovani studenti agrigentini. C’è scritto cosi “COLUI CHE VIENE QUI DEVE FARSI L’ESAME DI COSCIENZA”. ANONIMO – Parole forti, indirizzate a chi vuol capire e fa finta di non comprendere, a chi sa ancora uccidere con il tritolo delle calunnie e l’omertà del consenso ,a chi pensa di farsela franca dinnanzi agli uomini ma di sicuro non davanti al tribunale di Dio. Un pizzino che scuote le coscienze , che chiede di non recitare la parte dei buonisti e dei moralisti che sanno tutto di tutto.

No, qui è morto un giudice ragazzino, solo e indifeso con la sa agenda che profumava di Vangelo “Sub tutela Dei”. Gentilmente si faccia silenzio davanti la stele, perché la coscienza deve parlare e sa cosa dire e a chi rivolgersi. Un esame di coscienza adesso non guasta.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Il giudice Rosario Livatino è diventato beato

Francesco Gentile

Il Parlamento della Legalità nel nome di Rosario Livatino

Nicolò Mannino

Fede e giustizia nella quotidianità di Rosario Livatino

Salvatore Sardisco

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.