Scenari di crisi non prima di settembre. La Lega è isolata nell’attuale maggioranza e teme la concorrenza di Fratelli d’Italia Pd e 5 stelle compatti su Draghi che non gradisce il movimentismo di Salvini.
La luna di miele del Governo Draghi è durata meno dei fatidici 100 giorni. E c’è già chi vede scenari di crisi dopo ferragosto, quando Mattarella, entrato nel semestre bianco, non potrà più sciogliere le Camere. Chi rema contro il Governo? Creare instabilità politica in una coalizione di unità nazionale ha senso solo per chi punta ad elezioni anticipate nella prossima primavera, dopo l’ insediamento del nuovo Presidente della Repubblica a fine gennaio del prossimo anno. Sulla carta, Draghi dovrebbe restare in sella fino a tuto il 2022 a meno che non voglia entrare nella corsa per il Quirinale. Se Draghi salisse sul Colle più alto la maggioranza che oggi lo sostiene si scioglierebbe come neve al sole. A quel punto e Pd, 5stelle, Liberi e Uguali e Italia viva difficilmente tornerebbero a stare insieme. Salvo colpi di scena, le elezioni sarebbero una scelta obbligata.
L’interesse a smarcarsi dalla maggioranza per assumere visibilità nella prospettiva di elezioni fra un anno ce l’ha soprattutto la Lega. Salvini sente il fiato sul collo della concorrenza di Giorgia Meloni, che è a soli 3 punti di distanza dalla Lega nei sondaggi. Un eventuale sorpasso a favore di Fratelli d’Italia, anche se solo nelle intenzioni di voto, creerebbe uno sconquasso nel centro-destra.
Dopo il taglio dei parlamentari l’unico partito che sicuramente vedrà aumentare i seggi sarà proprio quello di Giorgia Meloni E questo già costituisce una potente calamìta per i tanti politici che vedono improbabile una loro rielezione. Se poi Fratelli d’Italia dovesse profilarsi come primo partito ,Meloni rivendicherebbe per sè il ruolo di capo della coalizione di centro destra e di candidata alla Presidenza del Consiglio. Uno smacco durissimo per Salvini che, per la terza volta, vedrebbe sfumare il sogno di sedere a Palazzo Chigi .Per questo il leader leghista ,dopo aver votato la fiducia ha cominciato a comportarsi nei confronti di Draghi come fece Renzi verso il Conte2:sostenere il governo ma tenendolo sempre sulla graticola. A Renzi quella tattica non giovò molto. Nella sua pressione sul Governo, Salvini può contare anche su una forte sponda nei Presidenti delle Regioni del centro destra che sono 15 su 20. Il problema di Salvini è che in Consiglio dei Ministri i suoi sono solo tre, e quindi più di tanto non possono condizionare le scelte del Governo: possono astenersi ,come hanno fatto martedì, ma non votare contro. Inoltre, nella coalizione attuale la Lega parla da sola, mentre 5 stelle, LeU e Pd sono più compatti tra loro e in sintonia con Draghi. e quando ci sono riunioni di maggioranza la Lega è in minoranza. Il leader leghista sta stretto nell’attuale coalizione e rischia di perdere consenso a favore di Meloni. Da qui il suo movimentismo che a Draghi non piace affatto.