Un coro di voci si innalza in una lode senza fine verso i giovani di oggi. Si, perché se li guardi negli occhi e li abbracci col cuore subito si vede che i nostri bambini, adolescenti e giovani sono fari di luce e di bellezza che non conosce tramonto. Un grazie fraterno e di cuore va a don Vito Serritella, Officiale del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi ( Ministero della Giustizia della Santa Sede ) e Vicario Giudiziale della Diocesi di Potenza, Marco Lucano- Marsico Nuovo , che con zelo sacerdotale e spirito di servizio e amore al Vangelo e alla Chiesa di Cristo ,contribuisce alla stesura del libro “Non li tradite sono Innocenti-” sottotitolo “I giovani sanno ancora sognare ” a firma del sottoscritto e di Salvatore Sardisco, proprio con un messaggio chiaro che gia’ piace ai destinatari. ecco una anticipazione:
Ai giovani di oggi, nella luce di sempre
Parlare dei giovani è forse più difficile che stare in mezzo a loro. Effettivamente tra le diverse generazioni occorre ritrovare un nuovo vocabolario comune, dato che si sono persi i medesimi punti di riferimento e i nuovi social mutano con tantissima rapidità che è difficile trovarli sempre allo stesso posto. Così come ha detto, in un suo stupendo libro sull’educazione, il prof. Savagnone, occorre ‘pescare’ i giovani nel loro habitat, il mare, ma i pesci non stanno sempre nello stesso luogo!
Se prendiamo quanto dice l’apostolo Giovanni nella sua Prima Lettera: “Scrivo a voi, giovani, perché avete vinto il Maligno” (1 Gv 2,13b) e poi ancora: “Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti e la parola di Dio rimane in voi e avete vinto il Maligno” (1 Gv 2,14c-d), notiamo che fin dagli albori del Cristianesimo la Chiesa ha sempre avuto nella sua opera pedagogica ed evangelizzatrice il pensiero e la cura per i giovani.
Per venire ai nostri tempi, la Dichiarazione conciliare promulgata il 28 ottobre 1965 da San Paolo VI, la Gravissimum educationis, afferma che l’educazione cristiana “non mira solo ad assicurare quella maturità propria dell’umana persona, di cui si è ora parlato, ma tende soprattutto a far sì che i battezzati, iniziati gradualmente alla conoscenza del mistero della salvezza, prendano sempre maggiore coscienza del dono della fede, che hanno ricevuto; imparino ad adorare Dio Padre in spirito e verità (cfr. Gv 4,23) specialmente attraverso l’azione liturgica; si preparino a vivere la propria vita secondo l’uomo nuovo, nella giustizia e santità della verità (cfr. Ef 4,22-24), e così raggiungano l’uomo perfetto, la statura della pienezza di Cristo (cfr. Ef 4,13)” (n. 2).
Noi sacerdoti abbiamo a cuore la vita dei giovani, non solo grazie agli importanti eventi delle GMG celebrate su intuizione di San Giovanni Paolo II di perenne memoria, ma soprattutto nel cammino ordinario delle nostre parrocchie, sapendo quanto sia difficile trovare una certa costanza nei gruppi e ritrovare il vero entusiasmo perché vivano la comunità di fede come una seconda casa.
Il caro don Tonino Bello con vibrante incitazione scriveva ai giovani così:
Non chiudetevi in voi stessi, ma sprizzate gioia da tutti i pori. Bruciate… perché quando sarete grandi potrete scaldarvi ai carboni divampati nella vostra giovinezza. Incendiate… non immalinconitevi. Perché se voi non avete fiducia gli adulti che vi vedono saranno più infelici di voi. Coltivate le amicizie, incontrate la gente. Voi crescete quanto più numerosi sono gli incontri con la gente, quante più sono le persone a cui stringete la mano. Coltivate gli interessi della pace, della giustizia, della solidarietà, della salvaguardia dell’ambiente. Il mondo ha bisogno di giovani critici”.
Forse, rispetto a quando scriveva, c’è più assuefazione, torpore e indifferenza, eccetto casi di strumentalizzazione politica. Tuttavia, la speranza non deve morire: se stimolati, essi prenderanno coscienza del loro modo di essere e daranno il loro contributo nel tempo in cu sono chiamati a vivere, senza fare del futuro una utopia, ma assaporando la responsabilità dell’ora attuale.
Infine, è bello avere come modello un giovane appena beatificato: il Beato Carlo Acutis, il quale – ispirato dalla fede e dalla curiosità di conoscere –ha raggiunto a soli 15 anni una profondità tale del senso della vita che non può non attrarre. Solo alcuni esempi della sua saggezza: “Più Eucaristie riceveremo e più diventeremo simili a Gesù e già su questa terra pregusteremo il Paradiso”, “Tutti nascono come degli originali, ma molti muoiono come fotocopie” e “La tristezza è lo sguardo rivolto verso se stessi, la felicità è lo sguardo rivolto verso Dio”.
Lasciamoci coinvolgere dalla leggerezza e spensieratezza dei giovani per non appesantire la nostra vita da adulti: solo così la luce della fede toccherà quella “insostenibile leggerezza dell’essere” di cui abbiamo tanto bisogno per affrontare le crisi e le difficoltà di oggi, senza perdere di vista la passione per l’umano che coinvolge e avvolge i nostri destini.