Gli analisti continuano , per la maggior parte, ad avere una visione positiva sulle azioni che sembrano ancora molto più attraenti dei bond anche a causa del forte recupero dei profitti aziendali. Come sempre, la diversificazione è necessaria: vengono privilegiati Europa, Paesi Emergenti e ora anche Giappone per la combinazione tra valutazioni cicliche e di politica economica.
I movimenti principali della settimana riguardano la Fed, che ha confermato la volontà di sostenere l’economia americana con una politica ultra-espansiva; il dollaro in calo, dopo diverse sedute positive; in Europa è ormai diventato un tormentone il vaccino AstraZeneca.
La Fed è compatta nel ritenere che l’economia americana debba essere ancora sostenuta con una politica monetaria ultra-espansiva.
Dopo il nuovo record dell’indice americano S&P500, di cui abbiamo parlato la settimana scorsa, sono salite le borse cinesi. Il clima si è rasserenato sul tema dei tassi di interesse, dopo che i verbali dell’ultima riunione del Fomc, il comitato per la politica monetaria della Fed, hanno mostrato un’ampia convergenza dei partecipanti nel ritenere che l’economia americana, per quanto in forte crescita, sia ancora lontana dal raggiungere gli obiettivi di sviluppo desiderati. Di conseguenza, non c’è nessuna urgenza da parte della Fed nel modificare la sua politica monetaria che prevede che ogni mese la banca centrale americana stampi moneta per 120 miliardi di dollari.
Anche per quanto riguarda l’inflazione, il suo eventuale rialzo viene considerato transitorio e non preoccupante, per cui non ci sarà da parte della Fed un’azione di contrasto mediante rialzo dei tassi.
RIALZO DEI TASSI E DURATION DELLE OBBLIGAZIONI
In genere, le obbligazioni con una duration più lunga sono più sensibili alle variazioni dei tassi d’interesse. Pertanto, quando i tassi salgono, il prezzo delle obbligazioni con duration più lunga tende a scendere maggiormente rispetto a quello di obbligazioni con scadenza più breve.
Gli investitori che desiderano ridurre il grado di sensibilità ai tassi d’interesse del proprio portafoglio in uno scenario di tassi in rialzo possono avere la tentazione di ridurre le partecipazioni obbligazionarie, soprattutto quelle con duration lunga.
LA POSIZIONE DEL “RE” DELLE OBBLIGAZIONI, BILL GROSS
Come riportato da Focus Risparmio, l’ex fondatore di Pimco, il miliardario e investitore Bill Gross, ha dichiarato di avere posizioni short sui Treasury e di aspettarsi un rialzo dell’inflazione negli Stati Uniti nel prossimo futuro. Gross ha detto di avere scommesso contro i Treasury attraverso posizioni sui futures, e ha confermato in un’intervista televisiva a Bloomberg di mantenere posizioni short sul titolo di stato Usa, sia sul decennale sia sul trentennale.
La previsione del tycoon è che la pressione sui prezzi dei Treasury monterà una volta che il pacchetto di aiuti da 1,9 trilioni di dollari si farà strada nell’economia reale e darà slancio al reddito delle famiglie.
Secondo Gross nel prossimo futuro la Fed dovrà adottare una politica monetaria sulla falsariga di quella implementata alla fine degli anni 40 per far ripartire l’economia: abbassare i tassi con la vendita di titoli di Stato con scadenza breve e l’acquisto di quelli con scadenze lunghe, mossa nota con il nome di “Operation Twist”. Questo scenario sarebbe destinato a riverberarsi sui prezzi, producendo un rialzo dell’inflazione, che secondo Gross è destinata a salire al 3-4%. “L’inflazione, che attualmente si trova al di sotto del 2%, non resterà sotto questo livello nei prossimi mesi. Vedo davanti a noi un livello dal 3 al 4%”, ha dichiarato il miliardario.
CHE FARE?
Diversificazione e giusto tempo sono, come sempre, gli elementi chiave per fare ciò che consiglia il guru della finanza Warren Buffet: “Il mercato (azionario )è progettato per trasferire denaro da chi è continuamente attivo a chi è paziente”.