L’acqua è un dono della natura di inestimabile valore al quale è connesso ogni aspetto della vita dell’uomo e della Terra. Ne usufruiamo direttamente per bere e lavarsi, e da essa dipendono l’intera catena alimentare e i processi industriali che mandano avanti l’economia.
Riconosciuta dall’Onu come diritto fondamentale, è titolare del benessere delle persone e della prosperità economica. Salvare il ciclo dell’acqua ripristinando i meccanismi naturali, soprattutto in un periodo fortemente segnato dai cambiamenti climatici, vuol dire garantire pace ed equità.
I DATI SULL’ACQUA NEL MONDO
La fotografia che restituisce il rapporto annuale di UN-Water, pubblicato a marzo in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, non è confortante.
Nel mondo “2,2 miliardi di persone non hanno un accesso sicuro all’acqua potabile (dati 2017); 4,2 miliardi di persone non dispongono di adeguati servizi igienico-sanitari, di cui 673 milioni ne hanno totale assenza; meno del 50% dell’acqua a uso civile è trattata in maniera adeguata in 24 Paesi su 75, di questi 75 buona parte sono Paesi ricchi; oltre 3 miliardi di persone sono a rischio poiché è sconosciuta la salute dei loro fiumi, laghi, e acque sotterranee; 2,3 miliardi di persone sul pianeta vive in Paesi in condizione di stress idrico”.
A questi numeri si aggiunge il fatto che ben 129 Paesi non sono in linea con il conseguimento del Goal 6 dell’Agenda 2030, e solo 22 hanno avviato rapporti di cooperazione nella gestione delle risorse idriche transfrontaliere.
GLI ITALIANI E L’ACQUA
La società di consulenza e ricerche di mercato, Ipsos, per conto di Finish ha realizzato un’indagine per conoscere la sensibilità degli italiani nei confronti dello spreco di acqua e la percezione che hanno del proprio consumo di questo bene.
È emerso che “per 2 italiani su 10 la scarsità di acqua è un problema attuale e soltanto il 3% ha una corretta percezione del proprio consumo familiare. Il 48% sottostima il proprio consumo personale e 1 italiano su 4 dichiara di prestare attenzione al proprio consumo di acqua.
Solo 2 italiani su 10 ritengono che la scarsità d’acqua sia un problema generalizzato, il 70% ritiene che sia legata alla stagionalità e interessi solo specifiche aree del Paese. Solo il 12% degli italiani si è definito preoccupato dei problemi ambientali legati all’acqua in un’ottica presente; i maggiori timori sono legati alla presenza di plastica nei mari e negli oceani, l’inquinamento dell’aria e la gestione dei rifiuti”.
Le cause di queste considerazioni derivano in gran parte dall’errata percezione dei reali consumi di una famiglia: si ritiene che in media una famiglia italiana consumi poco più di 100 litri di acqua al giorno, in realtà il consumo per uso civile di acqua in Italia è di 500 litri al giorno per famiglia.
La pandemia ha peggiorato le cose: solo 1 italiano su 4 si dichiara attento al consumo d’acqua nell’ultimo anno.
Relativamente all’età, lo studio riporta una minore sensibilità dei giovani tra i 14 e i 17 anni alle tematiche ambientali (86%, contro il 93% degli adulti) e un minore attivismo nei piccoli gesti quotidiani: il 66% prova a ridurre lo spreco d’acqua contro il 77% degli adulti; il 68% chiude il rubinetto quando non lo utilizza (adulti 73%), il 51% sa cha va utilizzata la lavastoviglie a pieno carico (adulti 44%), mentre solo il 14% non sciacqua a mano i piatti prima di riporli nella macchina.
Inoltre, se per il 68% degli italiani la tutela della risorsa idrica spetta a tutti i cittadini, il 58% riconosce che un ruolo importante sia da attribuire agli enti pubblici che si occupano della manutenzione delle tubature, il 54% ai Governi, che dovrebbero favorire comportamenti adeguati e punire quelli scorretti, e il 50% alle aziende, che sarebbero tenute a impegnarsi per migliorare i processi produttivi.
Quello che fa ben sperare, però, è che nonostante le abitudini scorrette, secondo l’Ipsos Global Advisor, il 51% degli italiani sarebbe disposto a modificarle in favore di comportamenti più sostenibili.