Tra i tanti “regali” che Draghi può fare alla politica italiana c’è il cambio di passo nello stile di comunicazione del Governo.
Abituati all’onnipresenza e all’onni-chiacchiera di ministri, viceministri, sottosegretari e Presidenti del Consiglio, l’introduzione di regole e buone pratiche di comunicazione sarà molto utile.
Fin dal suo insediamento, Draghi aveva chiesto ai ministri di essere sobri nell’esporsi verso i media e aveva lasciato intendere che si dovrebbe parlare solo delle cose realizzate e non delle mille ipotesi su quello che si pensa di fare.
La prima innovazione pratica è stata quella di lasciare ai Ministri il compito di illustrare le decisioni che riguardano le materie di loro competenza. Il Presidente del Consiglio, insomma, non deve essere sempre in prima linea davanti alle telecamere.
È molto probabile che Draghi si limiterà a illustrare le decisioni che riguardano la politica generale del Governo di cui, secondo la Costituzione, è unico responsabile. E riserverà le sue uscite pubbliche alle occasioni necessarie e ai passaggi più rilevanti dell’azione dell’Esecutivo.
Se nei prossimi mesi si consoliderà questa tendenza a comunicare con equilibrio, senza eccessi e solo su cose concrete, l’autorevolezza delle istituzioni aumenterà e crescerà anche il rispetto e la fiducia con cui i cittadini guardano allo Stato.
Esattamente il contrario del frastuono della comunicazione debordante cui eravamo abituati da sempre e che, con l’avvento del populismo, era diventata spesso uno spettacolino da operetta.
Restituire alle istituzioni il prestigio, indispensabile per la loro credibilità, passa anche attraverso il modo con cui esse comunicano ai cittadini. Gli italiani sono abituati a sentirsi inondare di parole vuote, di retorica, di promesse esorbitanti e di polemiche sul nulla. Da tutto questo vaniloquio non trae alcun vantaggio la democrazia e, a quanto pare, neanche la vendita dei giornali o l’audience dei talk-show.
Se i cittadini riceveranno messaggi precisi, da chi ha titolo per darli, e saranno informati su problemi e soluzioni in modo trasparente e solo quando c’è qualcosa di concreto, cambierà la percezione delle istituzioni e di coloro che le rappresentano.
Una ventata d’aria fresca spazzerà via la nebbia delle chiacchiere che confonde le idee e stanca le menti e le orecchie dell’opinione pubblica. La lezione di stile che verrà dal Governo sarà un buon esempio anche per i leader dei partiti: se si vuol contrastare l’antipolitica bisogna comunicare meno, meglio e solo quando si ha qualcosa di serio da dire.
Foto: fonte (Governo.it)