Come riformare gli ammortizzatori sociali? Come dare aiuto a un popolo che tra disoccupazione, crisi aziendali e di lavoro autonomo, perdita delle attività imprenditoriali, e molto altro, deve avere un sostegno per ripartire? Su questi interrogativi le forze sociali e il ministero del lavoro stanno cercando un accordo.
Il confronto con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando con parti sociali e le imprese sul tema degli ammortizzatori sociali va avanti. L’ultimo appuntamento si è svolto in videoconferenza con la partecipazione oltre che di Cgil Cisl, Uil e Ugl anche di Confcommercio, Confindustria e delle altre realtà imprenditoriali da Confapi a Cna ad Alleanza Coop. Scopo della convocazione era, come specificato in una nota del ministero, “sottoporre al confronto un documento aperto che definisca le possibili linee di intervento finalizzate alla semplificazione delle procedure di attivazione e gestione degli ammortizzatori sociali”. Una sorta di “Road Map” attraverso cui si articolerà il processo di riforma degli ammortizzatori sociali. Si procederà affrontando quattro punti in incontri specificamente dedicati: semplificazione delle procedure operative; perimetro delle misure; costi delle misure; modalità di gestione delle misure. Percorso che piace alla Confcommercio.
“Bene l’obiettivo della semplificazione”, sottolinea Confcommercio, “degli ammortizzatori e il metodo utilizzato dal ministro del Lavoro Orlando, ma per la riforma che porti ad ammortizzatori ‘universali’ prima bisogna mitigare l’impatto economico del Covid sul terziario”. Per la Confederazione il livello degli incontri fa ben sperare, con gli auspici che si arrivi presto ad una svolta positiva.
“Bene il metodo e l’impianto complessivo del documento sulla semplificazione delle procedure ed il miglioramento della vigilanza illustrato oggi alle parti”, sottolinea ancora Confcommercio in una nota, “perché proprio le complicazioni burocratiche hanno spesso messo in difficoltà i rapporti tra datori di lavoro e sindacati”.
I problemi da affrontare sono ancora tanti, alcuni di grande complessità, il contesto della pandemia infatti ha aggravato di molto i problemi.
“Una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali”, conclude la Confederazione, “volta a definirne un assetto strutturalmente inclusivo ed universale, potrà però essere compiutamente messa in opera solo in una fase di oggettivo superamento dell’emergenza pandemica e di mitigazione del suo impatto economico e sociale, gravissimo, in particolare, per il mondo del terziario di mercato, che consenta il ritorno a condizioni di normalità operativa da parte delle imprese e la definizione di prospettive di ripartenza”.