L’elenco della riscossa è lungo ma per le micro e piccole imprese del settore alimentare sono passaggi vitali. Per il rilancio, il mantenere livelli produttivi, occupazionali e di qualità alta dovranno essere accompagnate nell’uso delle tecnologie digitali e nella multicanalità di distribuzione dei prodotti di qualità. Devono poter contare su interventi ad hoc di irrobustimento delle capacità finanziarie e di sostegno all’export anche nei Paesi emergenti, su misure di valorizzazione delle produzioni tipiche, dei distretti agroalimentari di qualità e delle produzioni a denominazione d’origine. Sono le richieste di Massimo Rivoltini, Presidente di Confartigianato Alimentazione.
“Le misure del Recovery Plan sono l’occasione anche per rilanciare il settore alimentare italiano, un’eccellenza a livello mondiale”, osserva Rivoltini, “un patrimonio economico, sociale e culturale tramandato da generazioni e frutto del ‘saper fare’ dei nostri artigiani”. Il Presidente di Confartigianato Alimentazione, è intervenuto in audizione alla Commissione Agricoltura della Camera sul Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Rivoltini ha ricordato: “la vocazione artigiana del food made in Italy, in cui operano 330mila imprese fino a cinquanta addetti, con 1milione 353mila occupati, e oltre 73mila aziende artigiane che danno lavoro a 276mila addetti. Per garantire il rilancio delle nostre imprese occorrono misure che offrano risposte alla crisi provocata dalla pandemia e interventi strategici finalizzati ad assicurarne l’espansione sui mercati internazionali”. Un salto di qualità enorme dal momento che la situazione attuale è di crisi e di grande incertezza sul futuro. Per le piccole imprese la pandemia rappresenta uno stop difficile da superare in tempi brevi. Proprio in questo contesto di difficoltà la Confartigianato vede la possibilità di un cambio positivo, di un salto verso innovazione e crescita.
“La strategia ‘Farm to Fork’ presentata dalla Commissione Europea”, ha proposto il Presidente Rivoltini, “rappresenta una opportunità per valorizzare il ruolo degli artigiani e delle piccole imprese della trasformazione alimentare nella transizione verso sistemi produttivi sostenibili per l’ambiente e sicuri per i consumatori. Ma altrettanto sostenibili dovranno essere gli oneri e gli adempimenti a carico dei piccoli imprenditori per raggiungere questi obiettivi”.