Tra le tante cose che ci tocca sentire di questi tempi mancava solo questa: senza pubblico, Sanremo non si fa. Grazie Amadeus, ne sentivamo proprio la mancanza. Per questo penso che abbia ragione quel frate di frontiera che, poche ore fa, mi scriveva e non me ne vorrà se mi permetto di citarlo: “Sembriamo persone che vivono in un paesaggio dove la nebbia è così spessa che impedisce di vedere a tre metri di distanza. Chi ci libererà da questa situazione che rischia di diventare “normale”? Solo la fede mi aiuta ad avere fiducia e a dare fiducia, prodigandomi per i fratelli”.
Parole immense di cui a malapena intuisco, senza riuscirne a decifrare, il senso profondo, nonostante ci conosciamo e frequentiamo da oltre venticinque anni. Mi manca un bel pezzo, devo ammettere. Però, un’idea me la sono cominciato a fare.
Io penso che, nella corsa a quella che inglesi chiamano la “self-preservation”, si sia perso di vista il polo nord. Questa pandemia nella quale ci siamo tutti dentro, nessuno escluso, voglio dire differenze politiche, sociali ed economiche incluse, un senso, una direzione avrebbe dovuto offrirla. Eppure, come scriveva solo qualche giorno fa il nostro Direttore (Aumenta la povertà. La politica dia risposte), ce lo siamo dimenticati. Ci siamo persi per strada le persone.
Prendiamo i giovani. Uno di loro mi fa via Whatsapp: “Cosa posso scrivere sul mio CV perché possa avere una qualche chance?”. Beh, assumendo che il curriculum ancora funzioni, ma questo dipende sempre da che partita in quel contesto si voglia giocare, gli ho consigliato quanto più possibile di dare una mano, adesso ce n’è bisogno, sfruttando i suoi network informali.
Non servono grandi cose. Anche la parrocchia va bene, anzi: quello che conta è, mi sono permesso di suggerire, sviluppare delle abilità che poi possano essere trasferite nel mondo del lavoro, quando ci sarà un po’ più di respiro. Lavorare per gli altri e con gli altri, gestire dei progetti anche piccoli non importa, e via dicendo, sono tutte occasioni preziose perché oltre i titoli (importanti, ma che contano fino a un certo punto) fanno si che tu sia appetibile per quella azienda.
Il senso del nostro ragionamento era sul come farsi trovare pronti al momento giusto. Solo che poi, alzi lo sguardo, e bene che vada la sensazione è quella di trovarsi in presenza di una strana categoria di sabotatori che hanno sostituito la ricerca del bene comune con quella dell’interesse personale, il benessere della comunità con la personale vanità.
È un discorso trito e ritrito che, ahimè, ci tocca continuare a fare perché è una battaglia ancora non vinta e che non può per niente al mondo essere persa. Personalmente, sono cresciuto in un contesto dove lo spirito di servizio era vissuto come un dogma, indipendentemente dallo scarso stipendio a fine mese. Fare per gli altri, per quanto tanto o poco che fosse non importava, un vero e proprio credo.
Per questo a volte mi chiedo se non sia stato quell’insegnamento a essere stato sbagliato o se invece viviamo in un mondo che richieda costante cura e attenzione. Per questo, da padre a mia volta, ho scelto di educare così mia figlia. Perché sono convinto, parafrasando Clinton, it’s the people, stupid.