In politica non bisogna mai esagerare. Salvini ne sa qualcosa: a giugno 2019 teneva il in pugno il governo giallo-verde, aveva stravinto le elezioni europee, poteva continuare a governare indisturbato ma ha voluto strafare con la pretesa di pieni poteri e con un sovranismo antieuropeo esasperato ed è finito all’opposizione.
Stessa sorte potrebbe capitare all’altro Matteo. Renzi ha sbagliato a ritirare le due ministre e il sottosegretario e a caricare troppo le critiche contro Conte. Non c’era alcun bisogno di farlo.
Aveva ottenuto un grande risultato: la riscrittura del PNRR che è uscito molto migliorato con le proposte di Italia Viva. Conte era disponibile a cedere la delega sui servizi segreti, a riscrivere il modello di gestione del Piano. Insomma, Renzi aveva ottenuto quasi tutto quello che aveva chiesto, a parte il MES. Poteva intestarsi una bella vittoria e proporsi come il leader che riesce a far migliorare la qualità del governo e invece ha scelto la rottura. Segno che il suo vero obiettivo non era quello di rafforzare il governo ma di indebolirlo e, soprattutto, di far saltare l’ago della bilancia tra Pd e 5 Stelle, cioè Conte, per seminare zizzania sia nel suo ex partito sia tra i grillini e riprendersi uno spazio che non riusciva più a trovare.
E così, mentre Conte, ispirato dal Quirinale, gli tendeva la mano, lui decideva di andare in conferenza stampa per strappare. Errore gravissimo anche sul piano della tattica, dove Renzi in genere eccelle.
Con questo passaggio traumatico Renzi si è isolato sia a destra che a sinistra. Berlusconi ancora ricorda il tradimento di Renzi che stracciò il Patto del Nazareno per mettere fuori gioco il Cavaliere sulla scelta del Presidente della Repubblica. Salvini sa bene che fu Renzi a premere per il Conte2 per mandare la Lega all’opposizione. Giorgia Meloni con Renzi non ha nulla a che spartire. Quindi a destra Renzi non può avere alcuna accoglienza. Nessuno si fiderebbe di fare alleanze con lui.
Rompendo in maniera così gratuita e sgradevole con la sua attuale maggioranza Renzi invece di indebolire l’asse Pd-5stelle lo ha rafforzato. Il Pd, che già aveva dovuto subire (dopo un’ampia rottamazione) anche la scissione improvvisa di Italia Viva, certo non può farsi dettare la linea dal fuoriuscito né può assecondare la sua manovra per far litigare Zingaretti e Di Maio mettendo fuori gioco Conte. Quindi, quale sponda ha il leader di Italia Viva? Al momento nessuna.
Tra l’altro Renzi non ha avuto il coraggio di portare il suo strappo fino alle estreme conseguenze, dichiarando finita questa maggioranza, ritirando la fiducia al Governo e ponendo un esplicito veto contro Conte. Renzi ha cercato di lasciarsi qualche spiraglio aperto, come uno che litiga e urla che se ne va di casa, esce sbattendo la porta ma si porta le chiavi dietro per poter rientrare… Conte che aveva teso la mano a Renzi ora è legittimato a rivolgersi altrove e cercare al Senato un gruppo parlamentare che dichiari di voler sostenere il governo fino alla fine della legislatura sostituendosi a Italia Viva. È molto probabile che Conte riesca ad ottenere questo risultato. Se dovesse andare così Renzi finirebbe in un angolo. Andando all’opposizione, dovrebbe votare contro una serie di progetti che lui ha proposto e che sono stati inseriti nel PNRR. Ma, soprattutto Renzi finirebbe per essere schiacciato in un’opposizione dove la sua voce sarebbe sopraffatta da quelle ben più forti di Meloni e Salvini che potrebbero vantarsi di aver attaccato Conte quando Renzi lo sosteneva e di essere, quindi, più credibili del senatore di Rignano. Un colossale autogol di Renzi.
È un peccato che un politico di talento e anche con idee innovative debba essere così autolesionista. Quando era Presidente del Consiglio, Renzi si batté con coraggio per un’ampia riforma costituzionale ma personalizzò talmente la battaglia al referendum che finì per farsela bocciare vanificando un ottimo lavoro svolto. Renzi è il peggior nemico di se stesso. Stesso copione con il Conte2: Renzi lo ha voluto, approfittando di una certa inerzia del Pd poteva condizionarlo nei contenuti portando a casa ottimi risultati e invece ha deciso di affondare la sua creatura. Che logica c’è?
Speriamo che stavolta impari la lezione, faccia un buon ritiro spirituale per meditare sugli errori commessi e ripetuti e torni a dare il suo contributo positivo alla politica italiana cambiando metodo e anche stile. ma per ora è fuori gioco. A meno di una auspicabile e clamorosa retromarcia per lui poco gloriosa.