Per Confindustria l’Italia ha un “Capitale culturale”, che deve essere tutelato e valorizzato. Beni che sono una ricchezza inestimabile per l’intero Paese che può avere un alleato nella unione e progettualità di una sinergia tra pubblico e privato.
A farsi portavoce del rilancio del settore cultura e turismo, e di una proposta di sinergia pubblico-privato,
è Maria Cristina Piovesana, Vice Presidente di Confindustria per l’Ambiente, la Sostenibilità e la Cultura, che rilancia la visione progettuale della Confederazione degli industriali.
“In questo particolare frangente della nostra storia, la cultura è un settore ingiustamente trascurato”, sottolinea la Vice Presidente al Sole24 ore, “mentre è una parte fondante della nostra identità, che forse rappresenta più di ogni altra l’immensa ricchezza di cui disponiamo, perché è espressione di un Paese che ha dato vita e custodisce la gran parte dell’intero patrimonio culturale mondiale”.
Per l’esponente di Confindustria sono in gioco i valori di una memoria collettiva e le prospettive di una economia come quella del turismo che si fonda sulle eccellenze dell’Italia, e da queste si propagano in settori strategici e produttivi come il manifatturiero.
“I nostri beni culturali, la nostra storia e le nostre tradizioni non sono solo alla base del grande valore dell’economia del turismo, ma rappresentano anche la capacità delle nostre imprese manifatturiere nel costruire stili di vita e prodotti di eccellenza apprezzati in tutto il mondo”, ricorda Maria Cristina Piovesana, “un orizzonte che va ben oltre il perimetro del tradizionale Made in Italy. Quindi è necessario riservare grande attenzione e cura al nostro capitale culturale, facendone una leva di sviluppo nell’impegnativo programma di ripartenza a seguito della crisi pandemica. Per questo una parte dei fondi del Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza devono essere destinati a questo settore, a cui il nostro sistema imprenditoriale ha sempre riservato grande attenzione”, ricorda la Vice Presidente di Confindustria.
“Sono stati notevoli nel tempo la sensibilità e il sostegno degli imprenditori a favore della cultura italiana in tutti i suoi ambiti. Collezioni, musei, stagioni musicali, esposizioni d’arte hanno sempre ricevuto il contributo generoso del mondo industriale”, sottolinea ancora Piovesana. “Solo per fare qualche esempio, il restauro di monumenti iconici del nostro Paese, come il Colosseo e il Ponte di Rialto, sono stati interventi di valore inestimabile. E, accanto alle nostre imprese, anche i Gruppi internazionali hanno testimoniato la loro attenzione promuovendo importanti iniziative a sostegno del patrimonio culturale italiano. Ma esistono anche esempi sul territorio che rafforzano la relazione tra impresa e comunità e ne hanno fatto il cardine dello sviluppo industriale del nostro Paese. Da ultimo, ma non per ordine di importanza, i musei d’impresa sono una realtà che sta diventando parte integrante dell’immagine della cultura italiana”. Si tratta di un esempio tra i tanti che, secondo la Vice Presidente della Confederazione degli industriali, testimonia un rapporto virtuoso tra pubblico e privato.
“Proprio ora che la pandemia ha costretto alla chiusura al pubblico di molti poli culturali”, sottolinea ancora Maria Cristina Piovesana, “con il settore turistico in agonia e il conseguente impatto negativo sull’occupazione e sulle imprese del settore, non dobbiamo perdere le ragioni di questo impegno, che è nel DNA degli imprenditori come attori sociali del Paese”, ricorda l’esponente di Confindustria, “Per questo non ritengo corretto, tantomeno possibile, pensare ad un ruolo esclusivo dello Stato e del sistema pubblico nell’ambito culturale, poiché l’apporto di competenze manageriali e di risorse, non solo materiali, che il settore privato può dare, accrescerebbe la valorizzazione del nostro patrimonio culturale e la sua promozione nel mondo con ricadute positive sull’intero sistema paese”, affermato ancora la Vice Presidente.
“È necessario chiamare all’appello tutti i soggetti della nostra comunità nazionale che operano nel settore culturale, riconoscendo il valore di ogni contributo nel custodire al meglio il nostro ineguagliabile patrimonio di storia, arte, paesaggio. Come imprenditori siamo chiamati dunque a un rinnovato patriottismo in nome della nostra cultura, che va riconosciuta come componente strutturale del tratto distintivo italiano sulla scena mondiale”. Secondo la Vice Presidente “il valore aggiunto del nostro Paese, nelle imprese come nella cultura, si trovi nell’armonia tra il grande e il piccolo, la città e la campagna, la storia e il futuro di un paesaggio, segnato nei secoli dal lavoro dell’uomo. Un ambiente che va rigenerato”, auspica Maria Cristina Piovesana, “migliorato e reso idoneo anche alle nuove esigenze della società, dell’economia moderna e dei valori di sostenibilità in cui tutti crediamo. È una dimensione collettiva e sociale, che dobbiamo tutelare e recuperare e che Confindustria, con le sue ramificazioni articolate su tutto il territorio composte da migliaia di imprenditrici e imprenditori, considera uno dei valori fondanti della propria missione per il Paese”.