Tutti contro Matteo Renzi, accusato di provocare la crisi di governo nel momento in cui c’è da affrontare l’emergenza Covid e scongiurare quella che, ormai a livello mediatico e sanitario, è considerata la terza ondata.
Mentre in altri Paesi europei e del mondo, in piena pandemia si è andati al voto regolarmente e non si è sospesa in alcun modo l’attività politica e istituzionale, in Italia ormai da mesi è vietato fare tutto ciò che può mettere in difficoltà l’Esecutivo. Quindi è vietato aprire crisi di governo, è vietato chiedere verifiche di maggioranza, è vietato invocare le elezioni anticipate, è vietato ipotizzare rimpasti di governo o nuove maggioranze. La regola è quella di mangiare la minestra a tutti i costi, digerire Conte, i suoi Dpcm, le restrizioni, l’Italia a colori, il tutto in nome di un presunto diritto supremo alla salute pubblica, leggi “regime sanitario” (anche se la parola fa gridare allo scandalo i cantori del premier Conte incensato quale grande salvatore del popolo non più sovrano, visto che i poteri del Parlamento sono ormai ridotti al lumicino).
A questa narrazione a senso unico, ancora una volta si è ribellato il filosofo Massimo Cacciari ospite di Lilli Gruber ad Otto e Mezzo. Di fronte al giornalista de Il Fatto quotidiano Andrea Scanzi che ha tuonato contro Renzi colpevole di mettere a rischio la tenuta del governo, l’intellettuale di sinistra ed ex sindaco di Venezia, ha risposto sostenendo che se Conte a gennaio cadrà come molti prevedono, sarà soltanto perché non ha idee. Altro che Renzi.
“Si brancola nel buio più totale, non c’è solo il Covid – ha attaccato Cacciari – Mi auguro che almeno questa volta ci si sia preparati, mi auguro che siamo preparati anche al dopo. Le guerre si vincono anche se c’è un’idea sul dopo, qui invece si brancola nel buio più totale. Ormai siamo al 50-60% di giovani disoccupati o che lavorano per modo di dire. Bisogna pure capire come si affronta dal punto di vista economico e sociale una crisi di questo genere. Tutti i soldi che si annunciano sono tutti debiti che aumentano. Può aumentare all’infinito?”.
Insomma, per Cacciari Renzi sarebbe soltanto la “foglia di fico” sotto cui nascondere l’incapacità del governo di affrontare e gestire la crisi del Covid, che ormai è soprattutto economica. E non c’è un progetto serio su come risollevare il Paese, se non con il ricorso ai prestiti e a nuovi debiti senza neanche sapere dove e come saranno investiti.
Naturalmente le critiche di Cacciari non sono andate giù al “partito di Conte” che ormai è un movimento prettamente mediatico e trasversale che raggruppa scienziati e giornalisti pronti a scomunicare e a lanciare anatemi, contro tutti quelli che a vario titolo non partecipano all’esaltazione spasmodica delle “sacre gesta” del premier o quantomeno vogliono vederci chiaro sulla gestione dei soldi del Recovery Fund e su certe “cabine di regia” affidate a tecnici e presunti esperti. E che contestano i repentini cambi di strategia sui lockdown, passando dalla linea morbida (della serie “consentiremo gli spostamenti a Natale”) alla linea dura (“vietato spostarsi a Natale”). Il tutto ovviamente condito dall’immancabile colpevolizzazione dei cittadini “irresponsabili ed indisciplinati”. Ma come canterebbe Vasco Rossi “c’è chi dice No”.
(Lo_Speciale)