Oggi c’è il famoso, atteso incontro tra Renzi e Conte. Possiamo dire la “resa dei Conte”. Non è solo un gioco a rialzo quello che ci si aspetta dal leader di Iv; un partito che, stando ai sondaggi, che lo danno al 2-3%, deve necessariamente alzare la posta, per acquistare quella visibilità necessaria per tornare ad essere incisivo nella politica nazionale.
C’è dell’altro: i due tratteranno la partita del rimpasto o del governo del Presidente. Ma per Renzi cambia poco. Lui ci guadagna sempre. L’ex sindaco di Firenze del resto, è un grande manovratore. Se ne sono accorti tutti, tra vittime e sodali: guai a intralciare i suoi piani o a tradirlo. Ha anche seminato per strada tanti nemici, ma a giudicare dagli applausi che ha ottenuto recentemente, contestando in Aula, la famosa cabina di regia, modello-Colao, ipotizzata da Palazzo Chigi, sicuramente ha intercettato molti malumori nel Pd, che aspettano solo un motivo per ridiscutere radicalmente l’impianto della maggioranza giallorossa.
Una cosa è certa: il governo traballa, come traballa la sua comunicazione sulla gestione della pandemia, eternamente oscillante tra posizione rigida e morbida. Traballa per la mancanza di idee sul Recovery e sulle ricette per ristorare le categorie vessate dalla crisi.
Non a caso gli ultimi sondaggi danno Conte in caduta libera, nonostante l’immagine napoleonica che Casalino continua a imporre agli organi di stampa e tv di Stato. Domanda: non sembrano sospette le dichiarazioni di Salvini, ieri durante la presentazione del nuovo libro di Vespa? Della serie, siamo comprensivi per una eventuale zona rossa natalizia, ma subito i soldi?
Risposta: non è un cedimento ai diktat del governo, ma una mano tesa per accogliere una eventuale nuova prospettiva di governo. Tradotto: il centro-destra è pronto a sostituire la maggioranza in corsa, un esecutivo emergenziale, con al massimo i delusi e il gruppo misto, per avvicendare Conte.
E Renzi potrebbe essere strategico per questo cambio di rotta. Adesso si capisce la mancata partecipazione del ministro Bellanova al summit di Palazzo Chigi. Era funzionale al progetto.
L’agenda delle cose da fare, parla chiaro. C’è la manovra economica da approntare e definire, ci sono i progetti del Recovery da scrivere bene, la campagna vaccinale da governare, e poi le elezioni amministrative di maggio-giugno. Roma sarà la cartina di tornasole di tanti interessi incrociati. E infine, ad agosto comincerà il semestre bianco. Zona grigia in cui il presidente non potrà sciogliere le Camere e mandare l’Italia al voto. Quindi, si profila come alternativa al rimpasto (con dentro tre vice premier: Renzi, Zingaretti e Di Maio), un governo del presidente con tutti dentro. O chi vorrà starci, responsabili e volenterosi che siano. Salvini, infatti, non ha usato a caso questi termini.
(Lo_Speciale)