Siamo a metà classifica e al di sotto della media europea. Con dati e cifre la sanità italiana mostra in evidenza il perché poi molte cose non hanno funzionato. In questo contesto l’efficienza dei servizi, delle cure, della qualità delle strutture e apparecchiature è assicurata dal budget di spesa.
In media nell’UE, la spesa sanitaria pubblica e privata è stata pari al 9,9% del Pil nel 2018. Tra gli Stati membri le quote maggiori sono state registrate in Germania con un investimento pari all’11,5% del Pil mentre la Francia si attesta sul 11,3% in terza posizione la Svezia 10,9%. L’’Italia è con il suo 8,7% sotto la media e si colloca al 12° posto.
C’è poi da segnalare un paradosso Europeo tra le quote più basse della spesa sanitaria c’è il Lussemburgo con solo il 5,3% del Pil, nel contempo il Granducato ha la spesa più alta pro capite per ogni cittadino. A dimostrazione che si può spendere ma lo Stato ha sotto controllo gli investimenti. Al contrario ultima in classifica dei Paesi Ue è la Romania, sia per investimenti statali che per spesa per ogni cittadino.
Gettando, infatti, uno sguardo alla spesa pro capite per la sanità la cifra più alta tra gli Stati membri è quella dedicata dalla Danimarca (5.260 euro per abitante), Lussemburgo (5220 euro) e Svezia (5.040 euro) nel 2018, mentre la più bassa in Romania (580 euro) e Bulgaria (590 euro). Anche in questo caso l’Italia con i suoi 2.534 euro pro capite si colloca al di sotto della media europea di 2.982 euro. In questo contesto la sanità italiana ora attende i Recovery Fund e forse il Mes riadattato alle nuove intenzioni politiche del Governo. Sarà la svolta nella sanità? Difficile dirlo sarà la politica a decidere cosa fare e dove, e soprattutto, con quali controlli.