mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Sanità

Sanità, l’impatto della pandemia. Report della Cattolica: 5.5 miliardi di costi aggiuntivi; 1 milione 100 mila ricoveri e interventi chirurgici annullati. Il costo di 1.425 euro giornaliero di un malato Covid in terapia intensiva. Assunti 2.436 medici

Il 29 esimo “Instant Report Covid-19”, – iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica – è un prezioso contributo per capire lo stato dell’arte della sanità Italia. I numeri mettono in evidenza non solo l’emergenza Covid, ma i costi delle terapie, i rinvii di interventi per altre patologie, la spesa per nuove assunzioni, il ruolo diversificato fino al fai da te di ogni Regione. Iniziamo dai ricoveri rinviati per altre patologie, che sono un caso talmente grave (di cui si parla poco o niente) da oscurare anche l’allarme contagi: la perdita per ricoveri programmati annullati o posticipati al fine di rispondere all’emergenza Covid sono circa 1,1 milioni di ricoveri di cui quasi 700 mila per interventi chirurgici. Altro capitolo significativo l’impennata della spesa per la sanità – che prima o poi dovremmo saldare – è da brivido: un aumento passato da 3,3 miliardi di euro nella prima ondata pandemica a 4,2 miliardi attuali. Il costo totale a livello nazionale relativo alle 262.645 giornate di degenza (dati Ministero della Salute)

in terapia intensiva fino al 16 novembre sia di 374.269.125 euro, e con un costo giornaliero medio di 1.425 euro. Il rapporto segnala che il 32% di questi costi è stato sostenuto in strutture ospedaliere della Lombardia.

“I fondi per la sanità sono stati incrementati”, calcola il report della Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica, “in particolare, sono stati stanziati oltre 5,5 miliardi in più di quanto previsto a inizio anno: il 44% per l’assunzione di personale, il 31% per tecnologie, posti letto e interventi di edilizia ospedaliera, il 22% per il ricorso a privati, il 2,5% per la sanità militare.

Il “costo” complessivo dei casi Covid-19 stimato per il Servizio Sanitario Nazionale, ossia soggetti guariti o deceduti; va da un minimo di 930 milioni di euro – a marzo – a un massimo di 3.791 milioni a metà novembre.

Complessivamente, durante l’emergenza sanitaria sono stati assunti o sono in procinto di essere assunti 2.436 medici con contratto a tempo indeterminato, 1.547 medici a tempo determinato e sono stati stipulati 405 contratti di lavoro libero – professionale. Nel report la classifica delle regioni che hanno fatto ricorso ai fondi per le assunzioni.

Il Veneto è la regione italiana che ha sfruttato le possibilità offerte dai decreti per incrementare in notevolmente e in modo strutturale il proprio personale, acquisendo 777 specialisti a tempo indeterminato. Seguono Lombardia con 348 unità e la Puglia 262. Altre regioni invece hanno puntato sui contratti a tempo indeterminato. C’è inoltre molta eterogeneità tra le diverse regioni. “Si osserva un’estrema eterogeneità degli approcci regionali”, spiega il professor Americo Cicchetti, del gruppo di lavoro che ha realizzato il Report, “se alcune regioni hanno acquisito personale prevalentemente a tempo indeterminato, altre hanno fatto ricorso a contratti di lavoro autonomo o contratti a tempo indeterminato”.

Per Cicchetti, va inoltre considerato “che l’Ssn nel 2018 aveva circa 106.475 medici assunti, l’incremento attuale si attesa intorno al 2%, valore che fa pensare ad un rafforzamento ancora insufficiente delle competenze mediche nell’Ssn anche alla luce dei lunghi anni di blocco del turn over soprattutto nelle regioni del sud in piano di rientro dal deficit come ad esempio Calabria e Campania”.

Questi in sintesi i settori presi in esame dell’Instant Report Covid-19

Quadro epidemiologico

I dati (al 17 novembre) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (n = 733.810) sulla popolazione nazionale è pari a 1,22% (sensibilmente aumentato rispetto ai dati del 10/11 in cui si registrava lo 0,98%). La percentuale di casi (n= 1.238.072) sulla popolazione italiana è in sensibile aumento, passando dal 1,65% al 2,05%.

Letalità (rapporto decessi su positivi)

Dal report #25 è stata analizzata la letalità grezza apparente del COVID-19 nelle Regioni italiane (04 – 10 novembre 2020) che corrisponde al numero di pazienti deceduti nell’ambito dei soggetti positivi al COVID-19. Il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia è stato pari al 61,80 x 1.000 e si è registrato nei 7 giorni tra il 18 ed il 24 marzo 2020. Nel periodo 11 – 17 novembre 2020 il dato più elevato si registra nella PA di Trento pari a 13,66 x 1.000. Nella settimana 11 – 17 novembre 2020, la letalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari al 4,27 per 1.000 (in aumento rispetto alla scorsa settimana 3,98 x 1.000).

Tamponi diagnostici

Per quanto riguarda la ricerca del virus attraverso i tamponi, il trend nazionale sul tasso dei tamponi effettuati (per 1000 abitanti) continua ad aumentare rispetto alle scorse settimane, ed è pari a 21,14 per mille contro 20,62 della settimana scorsa. Relativamente al tasso settimanale di nuovi tamponi, i valori più alti vengono registrati in Valle D’Aosta (32,17) e nella P.A di Trento (31,33). Il valore più basso viene registrato nella Regione Calabria (9,49). In media in Italia viene registrato un valore di 21,14 tamponi effettuati su 1.000 abitanti nella settimana dal 27/10/2020 al 03/11/2020.

Ricoveri, in diminuzione

Analizzando l’andamento dei pazienti ricoverati sul totale dei positivi, si vede che nelle Regioni del Nord il valore medio registrato nell’ultima settimana è pari a 5,52% (in diminuzione rispetto alla scorsa settimana che era pari a 5,72%).
In tutte le Regioni del Centro si registra un andamento in diminuzione, eccezion fatta per il Molise. Il valore medio registrato nell’ultima settimana nelle Regioni del Centro dall’indicatore è pari a 4,54% (in calo rispetto alla scorsa settimana che era pari a 5,29%).
In diminuzione pure il valore medio registrato nell’ultima settimana dall’indicatore nelle Regioni del Sud: è pari a 3,95% (in calo rispetto alla scorsa settimana che era pari a 4,39%).

In aumento i pazienti a domicilio

Dal report #29 è stato avviato il monitoraggio della distribuzione per setting della nuova pressione (aggiuntiva o sottrattiva) che il sistema sanitario ha registrato nella settimana appena trascorsa. È emerso che la maggiore parte della nuova pressione riguarda i nuovi casi isolati a domicilio. Nel complesso, in Italia, ci sono stati 193 isolati a domicilio in più ogni 100.000 abitanti, 6 ricoveri ordinari in più (per 100.000 abitanti) e 0,88 ricoveri in Terapia Intensiva in più ogni 100.000 abitanti. Si segnala in controtendenza la Regione Valle d’Aosta, che su base settimanale ha registrato una flessione nel valore degli isolati a domicilio quanto in quello dei ricoverati, diminuendo la pressione sul sistema.

Terapia Intensiva

Dal report #22 è stato avviato il monitoraggio del tasso di saturazione dei Posti Letto di Terapia Intensiva comparando i posti letto attivi pre DL 34/2020 con i nuovi posti letto attivati post DL 34/2020.

L’indicatore misura la saturazione, al 18 novembre, sia in riferimento al numero di posti letto in dotazione alle Regioni prima del DL 34 che considerando le nuove implementazioni previste nei piani regionali di riorganizzazione della rete ospedaliera (DL34/2020).
Se consideriamo la dotazione di posti letto originaria, ovvero prima dei piani regionali di riorganizzazione della rete ospedaliera, il tasso di saturazione in oggetto risulta essere pari al 170% in Valle d’Aosta, al 118,7% in Piemonte, al 107,2% in Umbria, al 105,4% nella P.A. di Bolzano, al 104,9% in Lombardia e al 100% nella P.A. di Trento. Le suddette percentuali scendono rispettivamente al 94,4%, 62%, 58,3%, 50,6 %, 62,4% e 48,7% se prendiamo in considerazione la dotazione prevista in risposta ai dettami del DL 34/2020. Il tasso di saturazione medio calcolato sull’intera penisola è del 71,6% se consideriamo la dotazione pre DL 34 e del 43,7% se, invece, teniamo in considerazione i nuovi posti letto di TI, in aumento rispetto al precedente aggiornamento di 11,5 (situazione PRE DL 34) o 7 (situazione POST DL 34) punti percentuali. Per quanto riguarda l’incremento del tasso di saturazione rispetto all’aggiornamento della settimana precedente, considerando la dotazione post DL 34, il differenziale maggior si registra in Basilicata (+11,1%), Calabria (+10%), Puglia (+9,7%), Lombardia (+9,6%) ed in Veneto (+9,4%%). Unica regione a registrare un tasso negativo è il Molise ed in particolare il decremento del tasso di saturazione rispetto alla settimana precedente è pari a 2,3 punti percentuali.

Tasso di saturazione della capacità aggiuntiva di PL di Terapia Intensiva al 18 novembre 2020
Dal report #24 è stato elaborato un indicatore che misura il tasso di saturazione della capacità extra in termini di posti letto di terapia intensiva.

Dieci regioni hanno esaurito la suddetta capacità. Si tratta della Lombardia, Liguria, Piemonte, Umbria, Puglia, Marche, Sardegna, Molise, Toscana e Abruzzo. In particolare, la Lombardia sta utilizzando il 43,21% della propria dotazione strutturale di posti letto di terapia intensiva, la Liguria il 30,67%, il Piemonte il 26,61%, l’Umbria il 22,86%, la Puglia il 20,07%, le Marche il 17,39% la Sardegna il 16,42%, il Molise il 10%, la Toscana l’8,72% e l’Abruzzo l’8,13%. Queste regioni stanno, quindi, utilizzando la capacità strutturale di posti letto di terapia intensiva, ovvero quei posti letto che dovrebbero essere dedicati ai pazienti No-Covid-19.

Sono prossime alla totale saturazione della capacità aggiuntiva la P.A. di Bolzano (97,5%), l’Emilia-Romagna (96,06%), il Friuli-Venezia Giulia (89,09%), il Lazio (81,33%), la Campania (78,43%).
Viaggiano, invece, su una occupazione di circa 2/3 della capacità aggiuntiva la P.A. di Trento (73,08%), la Sicilia (71,86%), la Basilicata (65,12%), la Valle d’Aosta (62,96%) ed il Veneto (54,15%).
Si segnala che per la Calabria non è stata calcolata la saturazione dei PL aggiuntivi poiché non ne risultano di attivati rispetto alla ricognizione effettuata da DL 34.

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