Il “Manifesto” d’autunno della Federazione italiana operai metalmeccanici della Cgil è pronto e le richieste sono scolpite: aumenti salariali, riduzione orario lavoro, blocco dei licenziamenti, welfare, diritti e tutele. Rivendicazioni che finora sono rimaste inascoltate da Federmeccanica che chiede alla Fiom di tenere in considerazione la crisi e le difficoltà, di conseguenza niente aumenti e più produttività. Insomma posizioni distanti se non inconciliabili. Così il sindacato annuncia le richieste accompagnate da un prossimo sciopero di 4 ore.
“Di fronte all’emergenza pandemica e alle sue conseguenze economiche si deve”, scrive la Fiom-Cgil scandendo le richieste:, “Mantenere il blocco dei licenziamenti. Garantire a tutti gli ammortizzatori sociali. Ridurre l’orario per redistribuire il lavoro. Contrattare la staffetta generazionale e altri strumenti di tutela dell’occupazione. Rilanciare l’innovazione tecnologica e ambientale con investimenti pubblici e privati”. Prima richiesta, la più osteggiata da Confindustria, l’aumento dei minimi contrattuali dello stipendio e la riduzione dell’orario di lavoro.
“Per aumentare il reddito dei metalmeccanici e rilanciare l’economia nazionale chiediamo”, sollecita la Federazione italiana operai metalmeccanici, “L’incremento dell’8% dei minimi contrattuali, dell’indennità di trasferta e reperibilità. Aumentare a 250 euro annui i flexible benefit. Estendere la contrattazione aziendale e aumentare l’elemento perequativo a 700 euro”. Altra richiesta per contrastare la pandemia e prevenire gli infortuni e le malattie professionali serve, per la Fiom-Cgil, “Potenziare ed estendere l’esperienza dei protocolli e dei comitati aziendali Covid-19. Diffondere e rendere esigibili i break formativi e l’analisi dei mancati infortuni e delle malattie professionali. Rafforzare la prevenzione attraverso la formazione dei lavoratori, dei rappresentanti sindacali e dei preposti”.
E ancora secondo a Fiom bisogna dare certezze, e diritti alle lavoratrici e ai lavoratori metalmeccanici, quindi: “Rafforzare il diritto di precedenza per gli assunti con contratti precari. Ridurre la durata e indicare le percentuali massime di ricorso ai contratti precari. Rafforzare il contratto di apprendistato. Contrastare le forme di dumping contrattuale compresi i contratti pirata. Garantire ai lavoratori degli appalti diritti e tutele a partire dai diritti sindacali e dall’applicazione della “clausola sociale”. E ancora secondo la Federazione italiana operai metalmeccanici per valorizzare la professionalità e le competenze dei metalmeccanici serve: “Adeguare le declaratorie dei profili professionali ai cambiamenti dell’innovazione tecnologica e digitale. Migliorare i percorsi di crescita professionale. Riconoscere le competenze specifiche e trasversali attraverso l’adozione di nuovi schemi e sistemi di misurazione della professionalità.
Certificare le competenze e rendere esigibile il diritto soggettivo alla formazione professionale, anche attraverso l’utilizzo delle ore non svolte negli anni precedenti”. Infine il capitolo della qualità della vita e del lavoro, per la Fiom-Cgil è necessario: “Regolamentare per via contrattuale lo smart-working, garantendo il diritto alla disconnessione salvaguardando gli istituti contrattuali e la volontarietà individuale. Introdurre”, conclude la Cgil, “elementi di miglioramento sugli orari per facilitare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro uso flessibile dei Par e ferie, incremento part-time, sostegno alla genitorialità”. Su questi temi, infine la Fiom-Cgil per il 5 novembre ha indetto 4 ore di sciopero per il rinnovo del contratto nazionale.