“Crea Valore” è il titolo della nuova rubrica economica de la Discussione proposta ai lettori. A rispondere alle domande ci sarà Ubaldo Livolsi, personalità di grande cultura ed esperienza nel campo economico e societario. Banchiere d’affarie, uomo al centro di prestigiose e talvolta salvifiche iniziative finanziarie e di consulenza.
L’esigenza di presentare temi e contributi di economia è dettata da più necessità, la prima è che il dibattito sociale, politico e della quotidianità è dominato da problemi che fanno capo al denaro, agli investimenti, al risparmio e ad alcuni chiarimenti dovuti al momento di grande confusione dovuti al Covid 19, fino ai conti delle famiglie. Quindi c’è una urgenza di fare il punto su temi di educazione fiscale ed economica.
Il secondo motivo sta nel fatto che attraversiamo un momento di difficoltà e crisi con la prospettiva di risalire presto la china ed avere con la conoscenza delle possibilità in più per controbattere la crisi e ritornare ad un clima più sereno. C’è inoltre un terzo motivo che è quello di avere più informazioni su ciò che accade economicamente nel mondo, perché l’interdipendenza dei mercati e degli Stati è un motivo di grande attenzione che vincola le vite di ciascuno. Ubaldo Livolisi è un asso in questi temi per capacità, lavori didattici, studio e approfondimenti.
La sua attività professionali sono molteplici, esplicate anche attraverso lo studio Livolsi & Partners che agisce sul territorio Italiano in qualità di Representative Office per le realtà istituzionali Russe e Cinesi. La professionalità di Livolsi, inoltre, è di grande portata non solo per gli specialisti ma anche per quanti vogliono saperne di più.
La rubrica “Crea Valore” a cura di Angelica Bianco, sarà presente sulle colonne del giornale ogni 15 giorni.
Buona lettura!
In un momento di grande crisi del credito e in un contesto nazionale di aziende sotto capitalizzate come valuta operazioni di finanza straordinaria quali: ingresso di fondi di Private Equity all’ interno del capitale di rischio delle aziende? E quale sarà il futuro del Private Equity in Italia?
“La micidiale esplosione della pandemia sta avendo un effetto moltiplicatore in negativo su gran parte dell’economia produttiva del nostro Paese già colpito da una insufficiente crescita e dalla crisi del sistema bancario che sta penalizzando le fonti di finanziamento delle imprese che in Italia hanno avuto come maggiore protagonista il debito bancario rispetto al capitale di rischio. Ora che sono necessari per il rilancio delle imprese nuovi capitali che devono essere investiti diventa fondamentale la scelta fra capitale di rischio e quelli di debito. In generale la scarsa capitalizzazione delle imprese deve spingere gli imprenditori a fare quella scelta di aprire le proprie aziende al capitale di rischio di terzi. Come sappiamo oggi il metcato finanziario è estremamente liquido e la remunerazione degli investimenti più limitato negli investimenti finanziari classici (titoli di stato, obbligazioni ecc) fanno si che i venture fund ed i private equity possano e debbano rappresentare un’alternativa pre e prodromica alla possibile quotazione ad una Borsa valori un’ottima soluzionealle necessita finanziarie dell’azienda. A mio modesto avviso deve anche cambiare (e sta cambiando) la missione dei private equity e dei venture capitalists che devono avere come obiettivo finale la valorizzazione del loro investimenti attraverso la crescita del valore nel medio termine dell’impresa in cui hanno avuto fiducia garantendone lo sostenibilità nel medio termine nell’interesse di tutti gli stakeholders e non nei soli azionisti. No agli investimenti dettati da fini speculativi nel breve con leve finanziarie elevate che bruciano ricchezza piuttosto che produrla”.
I mercati finanziari a causa del Corona Virus hanno registrato molta volatilità, ma gli stessi, nonostante il periodo di crisi mondiale hanno recuperato le perdite. Quale sarà il trend futuro dei mercati considerando che la BCE tiene i tassi fermi ma vara nuove aste di liquidità e oltre 120 mld di acquisti di titoli; come giudica la politica monetaria messa in campo dalla presidente della Bce, Christine Lagarde?
“I Mercati finanziari sono oggi dominati da due caratteristiche contrapposte l’incertezza delle prospettive nel breve periodo (prossimo anno) causata dall’effetto pandemia che spinge per un atteggiamento di attesa e l’enorme liquidità immessa nel sistema che aspetta di trovare anche altre alternativa al rifinanziamento dei debiti pubblici dei vari Stati Nazionali. La politica della BCE sembra essere in linea con quelle delle altre autorità monetarie nazionali favorendo lavcreazione di massa monetaria che come detto trova difficoltà advessere investita nell’economia reale. La borsa ha subito aggiustamenti . Tuttavia non sono stati così pesanti come ci si poteva attendere ebsono stati giustamente selettivi colpendo da una parte settori che vedranno cambiati i loro modelli di business legati al cambiamento delle modalità di consumo delle persone e dall’altro premiando quei titoli che sono legati agli investimenti previsti nella ricerca tecnologia e sanità”.
In Italia ci sono oltre 1.500 miliardi depositati sui conti correnti, questo significa che gli italiani sono dei risparmiatori ma allo stesso tempo viviamo in una situazione che gli economisti definiscono “trappola della liquidità”, gli italiani pensano al futuro ma non hanno una cultura finanziaria. Quale consiglio potrebbe dare ai risparmiatori?
“Come giustamente è stato evidenziato oggi in Italia abbiamo questo paradosso che nonostante ci sia una forte diminuzione del Pil e quindi Italiani più poveri (-10,5 le ultime stime) e aumentato il risparmio che e’ largamente finito nei depositi bancari a breve che af oggi ammontano a circa 1800 miliardi che non generano praticamente alcuna remunerazione. E’ interessante vedere come l’indice Vix che misura l’indice di volatilità delle borse e che viene definito l’indice della paura sia piu che raddoppiato da gennaio ad oggi.(dal 7,9 al18,6) Più è alto più vuol dire che l’investitore e’ incerto e quindi attende e parcheggia i propri liquidi . Quindi minori investimenti e minori consumi non l’ideale per il rilancio dell’economia. Pensare che se anche il solo 10 pct dei depositi fosse canalizzati in fondi di venture capital o private equity potremmo avere circa 180 Mld quasi i fondi previsti dal next generation EU fund 207 Mld per aiutare le aziende che meritano di crescere e diventare i campioni nazionali. È importante proseguire proseguire nella diffusione di quella che potremmo chiamare una base culturale finanziaria che possa permettere ad ognuno di noi di poter programmare la gestione dei nostri capitali/risparmi nella maniera più efficiente possibile combinata con un rischio valutabile. Ogni persona dovrebbe riuscire a programmare individualmente le proprie necessità future e legarne gli investimenti in termini temporali di rendimento e di rischio. Non esistono situazioni generalizzate per tutti ma devono essere personalizzate”.