Onorevole Angelo Bonelli Lei è il coordinatore nazionale dei Verdi, alle spalle ha ruoli istituzionali e parlamentari. Nel suo intervento a Saint Vincent ha rilanciato i valori della enciclica “Laudato Si’”, traducendoli in un patto tra scienza e fede. Dalla Fondazione Dc è sorta l’idea di un progetto politico dal “Bianco al Verde”. Lei si è mostrato in sintonia con questo orizzonte, ci può spiegare le ragioni?
L’enciclica Laudato Si di Papa Francesco è epocale e si rivolge per il suo grande significato non solo ai credenti di religione cattolica, ma anche a tutte le religioni e al mondo laico. Il Papa ha mandato un messaggio a tutto il mondo che in sostanza dice: impegniamoci tutti per salvare la nostra “casa comune” da un modello di sviluppo sbagliato, dal degrado ambientale, dall’inquinamento che produce vittime, danni sanitari e sociali. Coniugare giustizia sociale con quella ambientale è la vera sfida che abbiamo di fronte a noi. Gli uomini e le donne che sentono propria questa necessità hanno il dovere di interrogarsi e dialogare per attivare tutte quelle politiche per fermare il cambiamento climatico e lottare contro tutte le povertà. Per essere seri e non cadere nella propaganda da slogan è importante e fondamentale il ruolo della scienza. Io ho dedicato tutta la mia vita alle battaglie ecologiste e più di allora sento dentro di me quella tensione e passione che mi fa dire che oggi la politica deve recuperare quella dimensione etica che guarda al futuro, ovvero deve occuparsi e preoccuparsi anche dei bambini che nasceranno domani e sconfiggere l’egoismo del presente che contraddistingue l’attuale dibattito politico ne nostro paese.
A suo giudizio c’è spazio in Italia ad una formazione politica ampia che unisca il pensiero Cattolico con quello Ambientalista. Lei ha auspicato che sia una formazione di centro ampia e con diverse sensibilità ma coesa sotto il profilo di una politica ambientalista moderata e cattolica?
Io proverei ad uscire dagli schemi della politica classica. In Germania i Verdi sono un partito centrale nella società, non centrista, parlano con settori della società diversi e su questo sono riusciti a costruire la loro forza. Il Land del Baden-Wurttemberg, regione più industrializzata della Germania, è governato dai Verdi con a capo il governatore Winfried Kretschmann, un cattolico, conservatore ed ecologista. Penso che il primo passo importante per il nostro paese sia mettere insieme persone che hanno a cuore il futuro dell’Italia coniugando giustizia sociale e ambientale che abbia come faro il messaggio di Papa Francesco e che sappia accogliere esperienze politiche che fino ad ieri potevano sembrare distanti. Per dare una risposta netta alla sua domanda immagino un movimento nella società che accolga cattolici, ecologisti e anche chi viene da esperienze di militanza di forze conservatrici o di sinistra, investendo molto nei giovani. Non dovrebbe essere un rimescolamento di ceto politico ma di idee per modernizzare l’Italia rafforzando la nostra democrazia, i diritti civili, sociali e dei migranti.
Per Lei questa scelta è vincente, per quali ragioni?
Non so se sarà vincente. So però che la profonda crisi economica, sociale ed ecologica che stiamo vivendo ci impone un cambio radicale di prospettiva anche nel modo di far politica. Chi crede nell’urgenza della lotta al cambiamento climatico e della giustizia sociale come ad esempio dare una risposta alla drammatica situazione rappresentata dalla disoccupazione deve unire le forze per uscire dalla frammentazione che rafforza quel mondo politico ed economico che non vuole il cambiamento per mantenere lo status quo.
Quali sono a suo giudizio le decisioni da prendere per dare vita a questo grande progetto?
Avviare il confronto sui temi, sui contenuti, su come vogliamo cambiare l’Italia ad esempio come utilizzare i fondi per il recovery Plan. Io immagino investimenti per rafforzare la sanità pubblica, per il trasporto pubblico, nella ricerca, scuola e università, nella digitalizzazione e nelle politiche energetiche che devono puntare a raggiungere la neutralità climatica nel 2050.
Da Papa Francesco dobbiamo apprendere questa dimensione di rispetto della natura e degli altri. Con la sua esperienza quali idee fondanti dovrebbe avere questo movimento di neo ambientalismo cattolico e moderato?
Il messaggio del Papa è molto forte. Gesù scacciò i mercanti dal tempio usando le maniere forti per scuoterci. Penso che dobbiamo portare nella società i valori del rispetto, della solidarietà, della difesa dell’ambiente, dei diritti umani e allontanare dalla politica i mercanti che hanno realizzato e costruito i propri consensi alimentando le paure. Noi dobbiamo essere costruttori di ponti e di proposte economiche, sociali e ambientali che migliorino per tutti e tutte la qualità della vita del nostro paese.
Infine dalla tre giorni di Saint Vincent sono emerse proposte e progetti. Il primo passo quale sarà?
Costruire nuovi luoghi di confronto aperte ad altre esperienze. Solo confrontandoci capiremo se sarà possibile.