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Il sistema delle ambasciate 4.0

venerdì, 9 Ottobre 2020
2 minuti di lettura

[penci_blockquote style=”style-2″ align=”none” author=”Robert Estabrook”]Colui che ha imparato ad essere in disaccordo senza essere sgradevole ha scoperto il segreto più importante della diplomazia”[/penci_blockquote]

Chi pensa che l’attività diplomatica del nostro Ministero degli Esteri si declini solo in ambito politico,  ha una conoscenza parziale della diplomazia che è invece più composita e versatile,  dividendosi anche in diplomazia economica, culturale e scientifica. 

Iniziando a ragionare in termini di promozione integrata del sistema Paese, la Direzione Generale competente del MAECI,  elaborò una strategia di riferimento per realizzare una sinergia tra diplomazia economica, culturale e scientifica attraverso l’azione della rete diplomatico-consolare e degli Istituti italiani di Cultura. Tale strategia, diede vita a partire dal 2015  ad una serie di campagne tematiche di promozione del made in Italy nel mondo, tra queste l’Italian Design Day, la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, Vivere all’Italiana.

In questo contesto di rinnovamento di quelle che erano le classiche attribuzioni della rete delle ambasciate e dei diplomatici addetti, la crisi pandemica ha fatto da acceleratore di un processo già in atto e con il Patto per l’Export avviato dal MAECI a giugno, si è siglata la definitiva necessità  di coniugare in una logica di sistema  le eccellenze del made in Italy, massimizzando l’impatto dell’azione promozionale e veicolando  un’idea d’Italia, i cui punti di forza  più tradizionali (cucina, design, cultura…) si affianchino all’innovazione, alla tecnologia, alla bellezza e alla qualità. Dunque spazio,  attraverso il sistema delle Ambasciate (ma anche degli Istituti di Cultura e delle sedi ICE)  alla promozione dell’offerta italiana per filiere produttive adiacenti e valorizzazione dell’eccellenza italiana in settori innovativi e ad alto contenuto tecnologico, quali l’industria aerospaziale; la meccanica avanzata; la green economy e l’economia circolare. 

Proprio a riprova di questo nuovo corso della diplomazia, il Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale ha partecipato quest’anno al Festival dello Sviluppo Sostenibile (conclusosi ieri) coinvolgendo direttamente in attività  di sensibilizzazione e promozione  della sostenibilità, 32 delle sue sedi  diplomatiche, toccando tutti i continenti.

Nuovi scenari, richiedono anche nuove professionalità a sostegno delle Ambasciate che con l’ultima legge di bilancio hanno visto l’inserimento di nuovi esperti nei loro organici, prima non considerati  necessari; tra questi gli agronomi che opereranno presso le Ambasciate italiane a Londra, New Delhi, Brasilia, Tokyo, Washington e Pechino, dove è emersa maggiore necessità sul comparto agroalimentare. 

In tutto si prevede che verranno inserite circa 50 nuove risorse professionali, di diversi settori ed è allo studio anche l’ipotesi di avviare una serie di studi specialistici, per coloro che sono già entrati nella carriera diplomatica, al fine di fornire conoscenze e sviluppare competenze che supportino le nuove funzioni attribuite alle Ambasciate, superando e integrando  il lavoro dell’addetto commerciale. 

Il Sottosegretario Manlio Di Stefano crede fortemente in questa nuova visione e vita delle Ambasciate, come volani di riposizionamento del Made Italy nel mondo e dichiara: ”Accanto alle diverse linee di finanziamento e alle ingenti risorse messe a disposizione delle imprese italiane con il Patto per L’Export il nostro impegno mira a garantire un’attenzione ancora maggiore alle attività diplomatiche sul versante tecnico e su quello promozionale”.

Angela Marchese*

Lobbista professionista, Segretario Generale dell’associazione "Il Chiostro-trasparenza e professionalità delle lobby", professore a contratto in Public Affairs e Lobbying presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università di Roma La Sapienza

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