“Il Sud è l’area del Paese più arretrata, con il Pil ancora a livelli pre 2008 e sconta già un grave e persistente ritardo che la crisi da Covid ha ulteriormente accentuato. Quindi è importante partire da qui”. A sostenere un maggior impegno e iniziative per favorire il rilancio del Mezzogiorno è il vice presidente di Confindustria per la coesione territoriale, Vito Grassi. “Poter contare su uno sconto previdenziale del 30%, come previsto dal Dl Agosto, è un’opportunità, per ora temporanea, per le imprese del Mezzogiorno”, fa presente l’esponente di Confindustria. Ma serve un cambio di strategia, passare dalle parole ai fatti dalle idee alla concretezza dei progetti.
“È tempo di passare dalle misure di sostegno temporaneo a interventi strutturali, che siano inseriti in un piano organico di rilancio del Paese. Quindi anche la riduzione del costo del lavoro”, sottolinea Grassi citando in tema caldo di confronto sindacale, “deve diventare una misura di carattere strutturale, agendo sul cuneo fiscale. Solo in questo modo potremo attrarre investimenti e promuovere l’occupazione in maniera duratura”.
Per il vicepresidente di Confindustria per la Coesione territoriale, Vito Grassi, “Si è ripartiti, ma con grandi difficoltà. Per questo, è fondamentale”, osserva Grassi ad una intervista del Sole 24 Ore, “un’ampia condivisione degli obiettivi da perseguire e dei progetti da realizzare per la ripresa. Penso anche all’interlocuzione con i sindacati, che hanno sempre dato primaria importanza alla politica di coesione. Speriamo di poter condividere un percorso di riforme necessarie alla crescita e allo sviluppo del paese, con forte attenzione al Mezzogiorno. A noi industriali sta il compito di elaborare analisi e fare proposte, e lo stiamo facendo. Una priorità è senz’altro semplificare e accelerare le procedure, associata ad una rapida e significativa crescita dell’efficienza della Pubblica amministrazione”.
Il Mezzogiorno rimane per la Confederazione il luogo di una strategia volta al cambiamento. Progetto che richiede impegno, risorse, innovazione, capitale umano.
“Il Sud”, ricorda Grassi, “deve attrarre cervelli e trattenere quelli che alleva. Deve creare poli d’eccellenza competitivi, in grado di offrire una formazione universitaria di alto livello riconosciuta a livello mondiale e centri qualificati di competenze tecnologiche, associati ad un’elevata qualità della vita. Ci vuole un grande piano di investimenti in formazione e innovazione tecnologica, ma da realizzare in tempi certi, con procedure semplici, veloci e trasparenti”. Ora l’attenzione dopo la grave crisi del Covid è puntata al futuro con strumenti nuovi e nuove ambizioni.
“La crisi ha comportato un alto prezzo in termini di vite e di salute, non dobbiamo dimenticarlo”, fa presente Grassi, “Però ha dato anche la possibilità di rompere schemi che sembravano intangibili e consentito di mettere in campo risorse finanziarie straordinarie, che vanno utilizzate con grande competenza, per sciogliere i nodi che ostacolano la ripresa. Il Sud”, sollecita il vice presidente di Confindustria per la coesione territoriale, “deve accelerare su idee fattibili ed efficaci, essere capace di elaborare strategie di riequilibrio del ritardo socioeconomico e proporre progetti coerenti di investimento, a partire dalle infrastrutture e dalla digitalizzazione”.