Nel 2024, secondo i dati dell’Osservatorio sulle politiche occupazionali e del lavoro dell’Inps, il sistema degli strumenti a sostegno dell’occupazione mostra un andamento composito: diminuiscono i beneficiari complessivi delle politiche attive, mentre aumentano in modo significativo le misure legate alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro. Il numero medio di lavoratori che hanno usufruito di politiche attive è stato pari a circa 3.279.000, in calo del 2,3% rispetto al 2023. Una riduzione che riflette, in parte, la progressiva normalizzazione del mercato del lavoro dopo gli interventi straordinari collegati all’emergenza pandemica. Nel corso dell’anno si rafforza invece la componente delle misure finalizzate alla promozione del tempo indeterminato. Le stabilizzazioni e gli incentivi all’occupazione stabile raggiungono in media più di 508.000 beneficiari, con un aumento del 7% rispetto all’anno precedente. Il dato conferma la spinta fornita dagli esoneri contributivi introdotti negli anni successivi alla pandemia, in particolare dalla legge 178/2020, che ha previsto una serie di agevolazioni — tra cui quelle a favore di giovani e donne — con l’obiettivo di consolidare l’occupazione e attenuare gli effetti negativi della crisi sanitaria sul mercato del lavoro.
Il 2024 segna però anche una svolta significativa: si interrompe a giugno l’applicabilità della Decontribuzione Sud, uno degli strumenti più rilevanti degli ultimi anni per il sostegno all’occupazione nelle aree svantaggiate del Mezzogiorno. L’agevolazione, che aveva carattere generalizzato e riguardava la maggior parte dei rapporti di lavoro dipendente, termina dunque la sua operatività, lasciando interrogativi sugli effetti che tale cessazione potrebbe produrre sull’andamento del lavoro nelle regioni meridionali.
Trattamenti di sostegno
Sul fronte dei trattamenti di sostegno al reddito in caso di disoccupazione, l’Inps rileva andamenti differenziati. Nel settore agricolo, i trattamenti di disoccupazione mostrano una flessione del 2,3% rispetto al 2023, in linea con il calo complessivo dei beneficiari di politiche attive. Al contrario, la Naspi registra un aumento del 6,5%, segno di una crescita delle cessazioni dei rapporti di lavoro nel comparto non agricolo o di un maggiore ricorso allo strumento. Ancora più consistente appare la variazione della Dis-Coll, rivolta ai collaboratori coordinati e continuativi, che segna un incremento del 10,6% rispetto all’anno precedente. Prosegue, nel frattempo, il progressivo esaurimento di alcune categorie storiche del sistema di welfare italiano. I beneficiari delle indennità di mobilità, ormai residuali, continuano a diminuire in modo netto nel quinquennio 2020-2024, effetto della riforma avviata con la legge 92/2012 che ha armonizzato i trattamenti di disoccupazione e abolito definitivamente la misura a partire dal 1° gennaio 2017. In via di estinzione anche la platea dei Lavoratori socialmente utili, un tempo molto numerosa, che oggi rappresenta una componente sempre più marginale del panorama occupazionale.



