Papa Leone XIV è intervenuto al Seminario di Etica nella gestione delle aziende del settore sanitario e ha colto l’occasione per richiamare l’attenzione sui rischi legati all’Intelligenza Artificiale nella gestione sanitaria. Il Pontefice ha spiegato che gli strumenti digitali possono essere orientati in modo da introdurre “un errore che falsa la percezione della realtà” e che porta a valutare i pazienti secondo criteri economici o di opportunità. Ha avvertito che così si rischia di “classificare le persone in base ai trattamenti necessari e al loro costo”, fino a “ridurle a dati e statistiche”. Il Santo Padre ha chiesto trasparenza sui processi di addestramento degli algoritmi e responsabilità nell’uso delle tecnologie. Ha affermato che il modo per evitare tali distorsioni “sta nel cambiare lo sguardo” e nel rimettere al centro il bene comune. Il Vescovo di Roma ha ricordato che la dignità umana non può dipendere da modelli digitali o da logiche di profitto. Ha ribadito che l’IA deve rimanere uno strumento e non un criterio di selezione. Ha ricordato che “questa visione non deve mai separarsi dal rapporto umano”, elemento essenziale nella cura della fragilità.
Prevost ha quindi chiesto strutture sanitarie capaci di lavorare in rete e di distribuire le risorse senza creare nuove forme di esclusione. Ha concluso il suo intervento affermando che la sanità deve custodire ciò che conta davvero: “Il bene che siamo chiamati a proteggere”.
Tutela dei minori
Invece nel messaggio ai partecipanti all’incontro ‘Costruire comunità che tutelano la dignità”’, Leone XIV ha affrontato il tema della protezione dei minori nelle comunità religiose. Ha ricordato che la dignità “non si ottiene per merito”, ma è un dono originario. Ha chiesto che gli ambienti ecclesiali diventino luoghi sicuri, dove la tutela sia un impegno concreto. Ha invitato a percorsi di prevenzione e verifica, fondati su responsabilità e collaborazione. Il Papa ha spiegato che la credibilità delle istituzioni passa da prassi trasparenti. Ha quindi aggiunto che “ogni persona deve essere rispettata, ascoltata e valorizzata”, collegando la tutela alla vita quotidiana delle comunità. Ha chiesto una collaborazione stabile con la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori e ha sottolineato che dove si vive “giustizia con misericordia”, le ferite possono trasformarsi in occasioni di ricostruzione.
Formazione liturgica
Infine nel discorso al Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo, Leone XIV ha richiamato la necessità di una formazione liturgica ampia e accessibile. Ha ricordato che l’Istituto opera nella fedeltà alla tradizione liturgica e alla riforma del Concilio Vaticano II. Ha spiegato che la formazione non deve restare confinata negli ambienti accademici, ma raggiungere diocesi e parrocchie. Ha citato l’indicazione secondo cui “è necessario trovare i canali per una formazione” aperta a tutto il Popolo di Dio. Il Papa ha successivamente insistito sulla preparazione dei lettori: conoscenze bibliche, buona dizione, capacità di proclamazione e di preparazione delle preghiere dei fedeli. Ha richiamato gli uffici liturgici alla responsabilità della formazione permanente e al rilancio dei gruppi liturgici, spesso ridotti o scomparsi. Ha chiesto attenzione alla Liturgia delle Ore, alla pietà popolare e alla cura degli spazi celebrativi.
Sua Santità ha concluso invitando i partecipanti a sostenere le comunità locali con percorsi pratici e continui. Ha espresso infine l’auspicio che la tappa giubilare rafforzasse il loro servizio e ha impartito la benedizione finale.


