Il governo sta per pubblicare il bando per reclutare 60.000 “assistenti civici”, ovvero volontari coordinati dalla Protezione Civile che aiuteranno le autorità locali a gestire la “Fase 2” dell’emergenza coronavirus. Tra le altre cose, per esempio, gli “assistenti civici” informeranno le persone delle regole da rispettare per evitare una maggiore diffusione del coronavirus e potranno chiamare la polizia municipale quando lo riterranno necessario. Saranno cittadini che affiancheranno i volontari della Protezione civile col compito di controllare mercati, spiagge, parchi e aree giochi per far rispettare il distanziamento sociale. Ad annunciarlo sono stati il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, e il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, sindaco di Bari. Iniziativa però che lascia alquanto perplessi, dal momento che di fatto queste persone non avranno alcuna esperienza effettiva in materia di controllo del territorio e saranno prive di autorità. Eppoi, da quando in qua il rispetto delle regole viene affidato a cittadini comuni e non alle forze dell’ordine? Fra i più scettici c’è il filosofo Paolo Becchi che però spiega come, anche dietro questo progetto governativo, si nasconda a suo giudizio una precisa strategia.
Arrivano gli assistenti civici per supportare la Protezione Civile nel far rispettare le disposizioni governative sul distanziamento sociale e l’obbligo della mascherina. Ma non si è sempre detto che certi compiti spettano alle forze dell’ordine?
“Mi pare che in alcuni comuni già ci siano delle figure simili in circolazione, visto che nei giorni scorsi un signore vestito con una divisa non appartenente a nessuna forza di polizia, ma munito di etichetta, si è avvicinato a me mentre stavo acquistando delle piante: avevo la mascherina abbassata perché c’era il sole e faceva molto caldo e costui mi ha fatto segno di coprire la bocca, tanto a me che al titolare del negozio. La cosa devo dire mi stupisce molto, pensando a tutte le polemiche che ci sono state quando i cittadini volevano organizzare le ronde per la sicurezza nei quartieri più a rischio”.
Appunto, cosa c’è di diverso oggi?
“Non lo so. Ma non capisco per quale motivo oggi lo Stato mandi gente comune per le strade per obbligare la gente ad indossare le mascherine o a rispettare le distanze, mentre ha impedito che dei cittadini di buona volontà potessero organizzarsi spontaneamente per rendere il proprio quartiere più sicuro e vivibile. Forse perché le ronde erano un’idea che nasceva a destra, in special modo si trattava di una proposta della Lega? Mentre adesso il governo è di sinistra? La realtà è che dietro c’è secondo me una precisa strategia”.
Ossia?
“In realtà la mia sensazione è che, con la scusa del virus, si stia cercando di mettere in atto un grande esperimento sociale per vedere fino a che punto è possibile sottomettere un popolo. E non si tratta più di un progetto politico, ma prettamente scientifico. Io per esempio ancora non ho capito chi è che compone questo comitato tecnico- scientifico che detta le direttive di ordine sanitario al governo. Ci sono scienziati che nemmeno conosciamo, tranne quei pochi che hanno rilasciato dichiarazioni e che non hanno esitato a parlare di svolta antropologica con il coronavirus, salvo poi correggere il tiro. La medicina è stata spesso utilizzata come forma di sperimentazione sugli esseri umani in ambito politico e governativo”.
E quale sarebbe lo scopo?
“Esistono degli scienziati, e questo è sotto gli occhi di tutti, che si occupano specificatamente di robotica e di scienza post-umana e che sono, non a caso, definiti post-umanisti. Temo che questi soggetti abbiano visto nel Covid una straordinaria occasione per praticare un grande esperimento sociale sulle popolazioni. Gli italiani sono l’unico popolo che non ha protestato per le restrizioni imposte alle libertà individuali, diversamente da quanto avvenuto negli altri Stati. Ci siamo messi tutti la mascherina, zitti e buoni senza fiatare, abbiamo accettato la reclusione domiciliare, e ci siamo lasciati criminalizzare come untori”.
Ma che c’entrano in tutto questo gli assistenti civici?
E’ molto semplice. Se si avvicina un poliziotto e mi impone di indossare la mascherina, è probabile che io possa ribellarmi percependo in quell’obbligo, imposto con autorità, una sorta di oppressione da parte dello Stato. Ma se si avvicina un cittadino comune, uno come me, che per cortesia mi invita a rispettare una disposizione, finisco con il cedere, accettando quella regola. Si sa che il popolo è spesso refrattario alle regole e ai divieti e non si fa scupoli a discutere con il poliziotto o il vigile urbano che gli sta elevando la multa. C’è anche quello aggressivo che reagisce pure male rischiando di finire dentro, ma è quasi ovvio che di fronte ad una sanzione il primo atteggiamento sia quello di ribellarsi e protestare. Con l’anziano o il ragazzotto che si avvicina e ci chiede di indossare mascherina e guanti per altro senza la minaccia della multa difficilmente ci metteremo a sindacare. Sembra una cosa da niente, ma invece si tratta di strategie molto sottili e subdole studiate a tavolino”.
Non sarà un po’ troppo complottista?
“Non credo proprio, e tenga conto che non regge nemmeno la difesa che ho sentito da più parti, ossia quella di dire che gli esperimenti sociali sugli esseri umani sono tipici dei regimi nazional-socialisti e quindi di destra. Mi spiace deludere i sinistrorsi nostrani, ma l’utilizzo dell’eugenetica come pratica di governo ha origini socialdemocratiche, quindi di sinistra. Il primo scritto contro la vita indegna di essere vissuta fu realizzato agli inizi degli anni venti del Novecento dallo psichiatra Alfred Hoche e dall’eminente giurista tedesco Karl Ludwig Lorenz Binding esponente del partito socialdemocratico. Qui non siamo al punto di voler annientare la vita umana, ma il vero rischio è quello di trasformare l’essere umano in un robot pronto a recepire ogni direttiva superiore, anche la più assurda”.
E lei pensa che i cittadini si lasceranno ‘manipolare’ fino a questo punto?
“Mi sembra che la prova sia sotto gli occhi di tutti. Nelle altre nazioni europee la vita è tornata alla normalità già da settimane, mentre da noi continuiamo a tenere il Paese mezzo chiuso. Abbiamo bloccato tutto per oltre due mesi, eppure abbiamo avuto un numero di morti superiore a quello di altri Stati dove non si sono attuate le nostre stesse drastiche misure. Gli altri Paesi andranno in vacanza in assoluta libertà, mentre noi dovremo indossare le mascherine sulle spiagge con 40 gradi all’ombra. Eppure nessuno ha nulla da ridire. E sono rimasto molto deluso anche dall’opposizione. Non si illuda Salvini, a settembre quando ci faranno tornare a votare non ci sarà affatto il trionfo che sogna da mesi”.
Perché dice questo?
“Perché l’opposizione si è messa la mascherina prima degli altri e non ha protestato minimamente per la chiusura forzata del Paese e l’abolizione delle libertà individuali. Adesso conta di riguadagnare consenso cavalcando il malessere economico, ma la grave situazione in cui versano le imprese e il mondo del lavoro è la logica conseguenza del blocco delle attività e della vita sociale imposto a tutti. E su questo l’opposizione non ha aperto bocca. Eppoi, lei pensa davvero che gli italiani accetteranno di andare ai seggi muniti di mascherine e guanti, obbligati a sanificarsi all’ingresso e all’uscita? Penso proprio che tanti di noi in queste condizioni sceglieranno di restare a casa”. (Lo_Speciale)