Il presidente ugandese Yoweri Museveni, 80 anni, ha ufficializzato la sua intenzione di candidarsi per un settimo mandato consecutivo alle elezioni previste per l’inizio del 2026. La notizia, confermata dal Movimento di Resistenza Nazionale (NRM), partito al governo, ha riacceso il dibattito interno e internazionale sulla longevità politica del leader africano, al potere dal 29 gennaio 1986. Con quasi cinque decenni di governo, Museveni è già uno dei capi di Stato più longevi del continente, superato solo da Paul Biya (Camerun) e Teodoro Obiang (Guinea Equatoriale). Il suo partito ha modificato la Costituzione due volte: nel 2005 per abolire il limite dei due mandati e nel 2017 per rimuovere il tetto d’età di 75 anni, consentendogli di ricandidarsi. Il presidente della commissione elettorale del NRM, Tanga Odoi, ha dichiarato che Museveni ha ritirato i moduli di candidatura per guidare il partito e rappresentarlo alle presidenziali. “Il presidente ha espresso il suo interesse a continuare a servire il Paese”, ha affermato Odoi in un video diffuso dall’emittente statale UBC. L’annuncio ha suscitato reazioni contrastanti. I sostenitori lodano Museveni per aver garantito stabilità e crescita economica dopo decenni di guerre civili. I critici, invece, denunciano un sistema sempre più autocratico, con elezioni segnate da brogli, repressione dell’opposizione e arresti arbitrari. Il principale sfidante sarà ancora una volta Bobi Wine, ex popstar e leader del partito Piattaforma dell’Unità Nazionale, che ha già annunciato la sua candidatura. Con il nuovo mandato, Museveni potrebbe restare in carica fino al 2031, portando a 45 anni consecutivi di potere. Un record che solleva interrogativi sul futuro democratico dell’Uganda e sulla possibilità di un ricambio generazionale