Il volto dell’Italia che emerge dal Rapporto Italia 2025 dell’Eurispes è quello di un Paese sospeso tra timore e speranza, tra smarrimento e consapevolezza, tra una società che cambia e un popolo che cerca di capire dove sta andando. Un’Italia che teme una nuova crisi economica globale (67,6%), che guarda con apprensione agli effetti del cambiamento climatico (69,5%) e che fatica a tenere il passo con un’economia familiare sempre più compressa, dove l’affitto rappresenta la spesa più problematica (44,3%). Eppure, nonostante tutto, sette italiani su dieci si dichiarano contenti di vivere in Italia (72%), a riprova di un attaccamento profondo al proprio territorio, alla propria cultura, alle proprie radici. Il Rapporto, giunto alla sua 37esima edizione, si struttura attorno a sei dicotomie tematiche: unione/divisione, cura/incuria, concentrazione/distribuzione, scelta/obbligo, speranza/rinuncia, agio/disagio. Una lettura bifronte della realtà italiana che non vuole offrire soluzioni, ma porre domande, come ha sottolineato il Presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara, richiamandosi alla lezione del sociologo Franco Ferrarotti: “La verità riesce a imporsi solo nella misura in cui noi la imponiamo”.
Il vero nodo, per Fara, è culturale e valoriale: “Quando decidiamo di alzare il velo delle apparenze, allora emerge in tutta la sua gravità la portata della crisi attuale, che intacca e deprime i valori fondamentali”. Da qui il richiamo a un’azione basata su un “pensiero essenziale”, capace di sottrarsi all’emergenza per tornare a una visione di lungo periodo, alla necessità di un “Patto per la democrazia italiana” e alla centralità dell’educazione come chiave per affrontare il futuro.
Il grande timore
A far paura, più di ogni altra cosa, è l’instabilità globale. La paura di una nuova crisi economica è condivisa dal 67,6% degli italiani, quella per eventi climatici estremi coinvolge quasi il 70%. Più della metà teme i terremoti (57,8%), mentre quasi uno su due teme lo scoppio di una guerra mondiale (46,1%) o una nuova pandemia (45%). Il futuro economico non rassicura: il 36,7% prevede un peggioramento della situazione nei prossimi 12 mesi, contro un misero 9,5% che immagina un miglioramento. Eppure, nella sfera individuale, prevale la percezione di una certa resilienza: il 42% degli italiani dichiara che la propria condizione economica è rimasta stabile, mentre il 37,3% ha visto un miglioramento. Ma la fatica quotidiana è tangibile: quasi sei italiani su dieci fanno fatica ad arrivare a fine mese, e oltre un terzo è costretto ad attingere ai risparmi.
Il costo dell’affitto è indicato come la spesa più gravosa, seguita dal mutuo (32%) e dalle bollette (29,1%). Per far fronte alle difficoltà, molti rinunciano: vacanze, uscite, prestazioni mediche, persino aiuto domestico. Le rate a ‘zero interessi’ sono diventate un’abitudine (usate dal 65,3%) e il 53,4% ha rateizzato almeno un acquisto nell’ultimo anno. Aumentano anche i ritardi nei pagamenti: bollette, tasse, rate condominiali.
Il rifugio nella famiglia
Di fronte alle difficoltà gli italiani tornano a fare affidamento sulla rete familiare: quasi uno su tre chiede aiuto alla famiglia d’origine. Meno fiducia invece nelle istituzioni: cresce il disincanto nei confronti del Parlamento (25,4%), del governo (30,2%) e dei Presidenti di Regione (47,3%). Ma resistono le roccaforti della fiducia: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sale al 63,6%, mentre Forze dell’ordine, Esercito, Vigili del Fuoco, Polizia e Intelligence godono di fiducia plebiscitaria. Anche la scuola (64,9%) e il Sistema sanitario nazionale (54,6%) mantengono un livello di fiducia sopra la metà, sebbene in calo. Preoccupante la fiducia nei partiti politici, ormai al minimo storico (21,1%).
Nonostante tutto, l’Italia resta nel cuore degli italiani. Il 72% si dice fortunato a viverci: per il paesaggio, la cultura, la cucina, la libertà. Eppure, quasi il 40% sarebbe pronto a trasferirsi all’estero, per ragioni economiche o professionali. Solo il 22% si sente europeo: prevale l’identità nazionale.
La paura del degrado
Il senso di sicurezza percepito cambia. Il 52,5% denuncia un aumento della criminalità giovanile, mentre il 33,3% nota un incremento dell’accattonaggio. Le truffe agli anziani sono in forte aumento: +15,6% nel 2024, con oltre 42.000 vittime, soprattutto tra i 65 e i 70 anni. Le truffe online colpiscono ormai oltre 25.000 anziani all’anno. Sui temi etici prevale l’apertura: il 77,8% è favorevole al testamento biologico, il 66,8% al matrimonio egualitario, e il 59,7% alla fecondazione eterologa. Più controverso il tema delle adozioni per le coppie omosessuali (51,9%) e per i single (54,3%). Resta invece minoritaria la quota favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere (42%) e della prostituzione (48,2%).
L’Italia si divide anche sui temi dell’identità: il 51,3% ritiene che gli uomini godano di privilegi rispetto alle donne sul lavoro; il 57,2% crede che le persone bianche siano avvantaggiate. E mentre il 50,2% riconosce la discriminazione verso le persone LGBTQ+, solo il 37,2% è favorevole all’autodeterminazione di genere.
La tecnologia
Nonostante la crescente diffusione del digitale, l’Intelligenza Artificiale non ha ancora sfondato: solo il 58% l’ha usata almeno una volta. Il 20,5% la vede come un’opportunità, ma il 32,6% la teme o ne sospetta la pericolosità. I social, invece, fanno ormai parte della vita quotidiana per il 92% degli italiani, pur essendo percepiti anche come fonte di ansia e isolamento. Sorprende che gli influencer incidano poco sulle opinioni politiche o sanitarie, ma pesino nelle scelte di consumo (ristoranti, viaggi, acquisti tecnologici). Il vero punto di riferimento, nel formarsi un’opinione, restano gli intellettuali e i giornalisti.
Gli italiani si dimostrano molto attenti alla salute, ma spesso con tendenze più ideologiche che cliniche: il 28,2% consuma prodotti senza zucchero, il 27,3% senza lattosio, anche in assenza di reali necessità mediche. Più del 70% cerca informazioni sanitarie su Internet, ma il medico resta un punto di riferimento irrinunciabile.
Animali e non solo
Il 40,5% delle famiglie italiane ha un animale domestico, con spese in aumento: tra 31 e 100 euro al mese. Si spende soprattutto per alimentazione e cure veterinarie. L’assicurazione per gli animali sta prendendo piede (oltre il 15%). Fortissima è l’opposizione alla vivisezione (78,7%), alla caccia (68,3%) e all’uso degli animali nei circhi (76%). Il Rapporto dedica attenzione al sommerso nel turismo: oltre 70 milioni di pernottamenti sfuggono alle statistiche ufficiali, specie nelle grandi città d’arte, spesso legati agli affitti brevi non registrati. Allo stesso tempo, si accende un riflettore sul dramma delle carceri sovraffollate: nel 2024 sono state 67 le rivolte registrate, con 89 feriti e una vittima. Mancano 18.000 agenti della Polizia penitenziaria.
Un Italia da ripensare
Alla fine del Rapporto resta l’appello più urgente: ritrovare il senso delle cose, leggere i segnali profondi, restituire senso alla politica e alla democrazia, alla giustizia sociale, all’istruzione e alla partecipazione. Un’Italia “al bivio”, come ha ricordato Fara, che può scegliere se restare ostaggio della paura e della frammentazione, o riscoprire il coraggio della visione e della coesione. Per farlo, serve più che mai quel “pensiero essenziale” che rifiuta la superficialità, mette da parte lo scontro sterile, e si misura con la realtà per costruire davvero, e finalmente, un futuro possibile.