Secondo il monitoraggio climatico europeo, la copertura globale dei ghiacci marini ha toccato un minimo storico. Per il Copernicus Climate Change Service, febbraio è stato il terzo mese più caldo mai registrato. In particolare, il 7 febbraio, l’estensione combinata dei ghiacci marini artici e antartici è scesa a un record di 16,04 milioni di chilometri quadrati. Tale riduzione amplifica il riscaldamento globale, poiché gli oceani, privati della copertura riflettente del ghiaccio, assorbono più energia solare. Anche l’Artico ha riportato minimi record nella copertura di ghiaccio invernale, con febbraio all’8% sotto la media. Secondo Copernicus, febbraio è stato 1,59 °C più caldo rispetto al periodo preindustriale. Sebbene alcune aree, come parti del Nord America e dell’Asia, abbiano registrato temperature più fredde, altre, come il Circolo Polare Artico, hanno mostrato anomalie termiche. La mancanza di dati storici sulle regioni polari rende difficile stimare con precisione il riscaldamento rispetto all’era preindustriale. Tuttavia, gli oceani, che assorbono il 90% del calore in eccesso causato dalle emissioni umane, hanno registrato temperature eccezionalmente elevate nel 2023 e nel 2024. Sebbene gli scienziati avessero previsto un calo delle temperature globali dopo il picco di El Niño a gennaio 2024, i livelli termici continuano a preoccupare. Un anno sopra il limite di 1,5 °C rispetto al periodo preindustriale non viola formalmente l’Accordo di Parigi, ma il raggiungimento dell’obiettivo climatico sembra sempre più distante. Dal 2023, solo un mese è rimasto sotto il limite di 1,5 °C. Copernicus utilizza miliardi di dati provenienti da satelliti, stazioni meteorologiche e altre fonti per monitorare il clima, integrandoli con evidenze storiche. Gli esperti ritengono che l’attuale periodo sia probabilmente il più caldo degli ultimi 125.000 anni.
