Inutile girarci intorno: la proposta della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di un piano di riarmo per lʼUe ha acceso un intenso dibattito politico, sia a Bruxelles che nei governi nazionali. Il progetto, denominato ʼRearm Europeʼ, punta a mobilitare fino a 800 miliardi di euro per rafforzare la sicurezza del continente e sostenere l’Ucraina nella guerra contro la Russia. Ma le reazioni alla proposta sono state fortemente polarizzate, sia in Italia che in altri Paesi dell’Unione. Parlando alla stampa, Ursula von der Leyen ha dichiarato che l’Europa deve assumersi maggiori responsabilità nella propria sicurezza e ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti. Il piano prevede cinque punti chiave, tra cui l’attivazione di una clausola di salvaguardia nel Patto di stabilità, per consentire agli Stati membri di incrementare le spese per la difesa senza aumentare eccessivamente il deficit pubblico. Se i Paesi dellʼUe aumentassero la spesa militare dell’1,5% del Pil, si creerebbe uno spazio fiscale di 650 miliardi di euro in quattro anni.
La Commissione europea propone inoltre la creazione di un fondo di 150 miliardi di euro per finanziare lʼacquisto congiunto di armi, missili e sistemi di difesa informatica. “Dobbiamo spendere meglio e spendere insieme”, ha sottolineato von der Leyen, ribadendo che la sicurezza europea è una priorità e che l’Unione deve collaborare strettamente con la Nat.
Il dibattito in Italia
Le parole della Presidente della Commissione hanno diviso lʼesecutivo italiano. Matteo Salvini, leader della Lega e Vicepremier, ha attaccato la proposta, sostenendo che “il riarmo non è la via per la pace” e che l’Unione europea dovrebbe concentrarsi su strategie diplomatiche anziché su una corsa agli armamenti. La posizione di Salvini contrasta con quella del Premier Giorgia Meloni, che ha mantenuto una posizione più prudente, senza esprimere un’opposizione netta al piano. Dal fronte del Centrodestra, Forza Italia non ha ancora preso una posizione chiara, mentre Carlo Calenda di Azione si è distinto dagli altri leader politici affermando che “per proteggere l’Europa da possibili aggressioni russe, è necessario un esercito comune forte e integrato”.
Opposizioni all’attacco
Le opposizioni, guidate dal Partito Democratico, dal Movimento 5 Stelle e dalle forze di Sinistra, hanno chiesto a Meloni di riferire in Parlamento entro domani sulla posizione italiana in vista del Consiglio europeo straordinario del 6 marzo a Bruxelles: “Vogliamo capire quale sarà la linea del governo”, ha dichiarato Benedetto Della Vedova di Più Europa. Elly Schlein, Segretaria del Pd, ha criticato il piano von der Leyen, sostenendo che l’Europa ha bisogno di una “difesa comune e non di un riarmo frammentato” tra i singoli Stati membri. Secondo Schlein, il progetto non fornisce garanzie sull’integrazione delle spese e rischia di diventare un semplice aumento dei bilanci militari nazionali senza una vera strategia condivisa.
Ancora più dura la reazione del Movimento 5 Stelle, che ha definito la proposta “una follia bellicista” e ha annunciato manifestazioni di piazza contro il piano. “L’Unione Europea è nata per mettere fine alle guerre, non per prepararsi a nuovi conflitti”, ha dichiarato la delegazione del M5S al Parlamento europeo.