venerdì, 10 Gennaio, 2025
Attualità

Il Papa: “La minaccia di una guerra mondiale è sempre più concreta”

Le parole di Bergoglio durante il discorso al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede: “A Gaza la situazione umanitaria è gravissima e ignobile”

“La minaccia di una guerra mondiale è sempre più concreta”. Non ha usato particolari giri di parole in merito alla situazione geopolitica attuale il Papa nel corso del suo discorso ai membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede per la presentazione degli auguri per il nuovo anno. Bergoglio ha dedicato gran parte del suo intervento proprio a quanto sta accadendo in Medioriente, parlando di una “situazione gravissima e ignobile a Gaza” rinnovando l’appello a un cessate il fuoco e alla liberazione degli ostaggi israeliani.

Favorire il dialogo

L’intervento di Francesco di ieri è stato pronunciato nell’Aula della Benedizione, in Vaticano e si è rivolto proprio al mondo diplomatico come strumento per favorire il dialogo, anche con gli interlocutori più scomodi. Scorrendo quanto dal Pontefice detto, viene sottolineata in primis l’importanza di riscoprire ciò che unisce l’umanità, lasciando alle spalle le contese che dividono: “L’inizio di questo anno giubilare richiama al senso profondo del Giubileo stesso: fare una sosta per riscoprire l’essenziale, perdonare le offese e sostenere i deboli e i poveri”. Ha poi ringraziato le autorità italiane e la cittadinanza romana per l’impegno profuso nei preparativi per l’Anno Santo, lodando il miglioramento dei servizi e degli spazi pubblici a Roma.

La preoccupazione

Nel contesto di una crescente polarizzazione sociale e politica a livello globale, il Santo Padre ha quindi ha espresso preoccupazione per il diffondersi di fake news, che distorcono la realtà e alimentano diffidenze e odio. Ha inoltre citato i tragici attentati avvenuti a Magdeburgo, in Germania, e a New Orleans, negli Stati Uniti, come esempi del clima di insicurezza che domina molte nazioni. Sul fronte internazionale, il Vescovo di Roma ha evidenziato la necessità di abbattere le barriere di sfiducia che separano popoli e culture. Ha ricordato come confini storici, come quello di Cipro e della penisola coreana, continuino a dividere famiglie e comunità, esortando la comunità internazionale a riscoprire il vero significato del termine ‘confine’ come luogo di incontro e non di separazione. L’urgenza di una diplomazia della speranza è stata ribadita con forza dal Papa, specialmente di fronte alla minaccia crescente di un conflitto globale: “Il dialogo con tutti, compresi gli interlocutori considerati più scomodi, è l’unica via per spezzare le catene dell’odio e della vendetta”.

Riferendosi specificamente alla crisi umanitaria a Gaza, il Papa ha rinnovato il suo appello per un immediato cessate il fuoco e per la liberazione degli ostaggi israeliani, sottolineando l’importanza di garantire l’accesso agli aiuti umanitari per la popolazione palestinese. Ha auspicato che israeliani e palestinesi possano ricostruire un dialogo di fiducia reciproca per vivere fianco a fianco in pace e sicurezza, con Gerusalemme come città dell’incontro tra le tre grandi religioni monoteiste.

Basta armi

Nel suo discorso, il Pontefice ha anche affrontato il tema del commercio degli armamenti, ribadendo la necessità di porre fine a questo ciclo distruttivo: “Con il denaro che si spende in armi potremmo eliminare la fame nel mondo”, ha denunciato, richiamando all’urgenza di un fondo globale per lo sviluppo dei Paesi più poveri. Sul tema della libertà religiosa, Francesco ha espresso preoccupazione per l’aumento dell’antisemitismo e per le persecuzioni contro le comunità cristiane, specialmente in Africa e Asia. Ha sottolineato come la libertà religiosa sia un pilastro fondamentale per la dignità umana e per la pace sociale, esortando i governi a garantire tale diritto universale.

Quindi, Bergoglio ha lanciato un appello per una maggiore attenzione ai cambiamenti climatici e alla giustizia ecologica. Ha evidenziato la necessità di ridurre il debito dei Paesi più poveri, in particolare quelli maggiormente colpiti dalla crisi climatica, sottolineando il concetto di “debito ecologico” che grava sulle nazioni più ricche.

In conclusione, il Pontefice ha rivolto un accorato appello alla comunità internazionale: “Che il Giubileo del 2025 sia un anno di grazia, ricco di verità, perdono, giustizia e pace, perché la speranza possa finalmente fiorire nei nostri cuori e il nostro tempo trovi la pace che tanto desidera”.

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