Il governo francese è vicino al collasso. I partiti di estrema destra e di estrema sinistra hanno presentato mozioni di sfiducia contro il primo ministro Michel Barnier, rendendo quasi certo il crollo dell’esecutivo. Marine Le Pen, leader del Rassemblement National (RN), ha annunciato il sostegno del suo partito alla mozione di sfiducia della coalizione di sinistra. La votazione è prevista per mercoledì. Le mozioni sono state presentate dopo che Barnier ha dichiarato l’intenzione di approvare una legge sulla previdenza sociale senza votazione parlamentare. “Di fronte a questa ennesima negazione della democrazia, censureremo il governo”, ha dichiarato Mathilde Panot di France Unbowed. Barnier ha esortato i legislatori a non sostenere il voto di sfiducia, affermando: “Siamo al momento della verità… I francesi non ci perdoneranno se anteponiamo gli interessi personali al futuro del Paese”. Gli sviluppi hanno causato un immediato calo degli asset francesi, gettando la seconda economia della zona euro in una crisi politica più profonda e sollevando dubbi sull’approvazione del bilancio annuale. Se il voto avrà successo, la coalizione di Barnier sarà il primo governo francese a dimettersi con un voto di sfiducia dal 1962. Non è il primo tentativo di sfiducia contro un governo guidato dall’attuale presidente. Nel marzo 2023, il governo di Macron evitò per poco una mozione di sfiducia dopo che l’allora Primo Ministro Elisabeth Borne aggirò il parlamento per approvare una controversa riforma delle pensioni. Un totale di 278 parlamentari votarono a favore della sfiducia, ma ne occorrevano 287 per far cadere il governo. Nell’ottobre 2022, dopo che il partito di Macron perse la maggioranza assoluta alle elezioni legislative di giugno, Borne approvò il bilancio del 2023 utilizzando poteri costituzionali per evitare il voto parlamentare. La coalizione di sinistra Nupes e il RN chiesero un voto di sfiducia, ma non ottennero supporto sufficiente, rendendo le azioni simboliche.