Jeff Bezos, miliardario fondatore di Amazon e proprietario del Washington Post, ha difeso la decisione del giornale di non sostenere candidati alla presidenza USA. “Gli endorsement presidenziali non influenzano le elezioni. Nessun elettore indeciso si basa su di essi – ha scritto Bezos in un articolo sul sito del Post – Creano solo una percezione di parzialità e mancanza di indipendenza. Mettervi fine è una decisione di principio, ed è quella giusta”. Tre giorni prima, Will Lewis, editore e CEO del Post, aveva annunciato che il giornale non avrebbe sostenuto nessun candidato, rompendo una lunga tradizione, suscitando, tuttavia, reazioni negative tra lettori, staff e influencer liberali. Si stima che il giornale, dopo l’annuncio, potrebbe avrebbe perso oltre 200.000 abbonati digitali. La pagina editoriale del Post aveva pianificato di sostenere Kamala Harris, ma il giornale ha negato che la decisione fosse stata presa da Bezos il quale ha ammesso che la comunicazione poteva essere gestita meglio e annunciata in un momento più lontano dalle elezioni. Acquistato il Post nel 2013 per 250 milioni di dollari, il fondatore della società di produzione aerospaziale Blue Origin ha ribadito che non userà il giornale per i suoi interessi personali, ma insisterà per mantenerlo competitivo e rilevante. “Il mondo ha bisogno di una voce credibile e indipendente, e il Post può essere quella voce”, ha scritto. I membri del comitato editoriale dimissionari ritenevano fondamentale sostenere Harris contro Trump, considerato una minaccia per la democrazia e la libertà di stampa. David Hoffman, nella lettera di dimissioni, ha espresso preoccupazione per la perdita di voce del giornale in un momento critico. La decisione del Post è arrivata pochi giorni dopo che anche il Los Angeles Times aveva annunciato che non avrebbe sostenuto Trump o Harris.