Sono sufficienti le giornate dedicate a temi intorno alla salute individuale e collettiva
per sensibilizzare tutti a prestare la dovuta attenzione e cura alla propria persona
per vivere una vita sana e pure centenaria?
Il 29 settembre scorso è stata celebrata la giornata mondiale del cuore durante la
quale gli esperti si sono dedicati, in vari modi, a elargire suggerimenti sul come
imparare a prevenire e curare le malattie cardiovascolari, con l’adozione
consapevole di corretti stili di vita.
Tra i corretti stili di vita è sempre indicato, al primo posto, il famoso e perenne
consiglio di non fumare; esso “nuoce gravemente alla salute” e tale scritta – a
caratteri cubitali – è riportata sulle singole confezioni dei tabacchi, vietandone
persino la vendita ai minorenni.
Tra gli altri consigli, in tale ricorrenza, predomina quello sulla corretta
alimentazione, esortando tutti, di ogni età, a una regolare attività fisica. Ciò
nonostante le malattie cardiovascolari – dicono le statistiche – rappresenterebbero in
Italia una delle principali cause di morte (circa il 40%). Poco sport e perché?
La prevenzione, pertanto, sin dalla giovanissima età, in modo individuale e
collettivo, è considerata di estrema importanza sia nell’ambito dell’educazione
scolastica e sia nella corretta alimentazione in famiglia. Una particolare sensibilità
sui fattori di rischio è attribuita alla obesità minorile, specie in mancanza di regolare
attività fisica o, addirittura, di scarsa mobilità, persino per poca distanza tra casa e
scuola o lavoro. Perché?
Il 29 settembre è anche la ricorrenza della Giornata mondiale sulla consapevolezza
degli sprechi e delle perdite alimentari, voluta dalla FAO (Organizzazione delle
Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) fondata nel 1945, con 194 Stati
membri. Effettivamente una elevata percentuale di prodotti alimentari è sprecata
tra la produzione e il consumatore, lungo la così detta “filiera alimentare”, mentre in
alcuni `Paesi tantissimi bambini muoiono, addirittura, di fame. Perché?
Il 7 di aprile di ogni anno si celebra, persino, la Giornata Mondiale della Salute
promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, nella cui circostanza sono
affrontati temi di salute pubblica di interesse della Comunità internazionale.
Si afferma che il fine dell’O.M.S. è “il raggiungimento da parte di tutte le popolazioni
del più alto livello di salute” inteso come “uno stato di totale benessere fisico,
mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”.
In questo contesto, il Covid-19 è stato un grande insegnamento di vita, con le sue
molteplici vittime insieme a tanti dubbi e perplessità.
Non si può non accennare che il 15 maggio, dal 1993, si celebra la Giornata
internazionale delle famiglie, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite
per richiamare l’attenzione sul ruolo fondamentale della famiglia dove si
apprendono i primi insegnamenti sul cibo e sulla corretta e sana alimentazione che i
genitori trasmettono quotidianamente ai figli. I figli, a loro volta, il 1° giugno
celebrano la Giornata Mondiale dei Genitori, stabilita dagli Stati Membri invitati a
coinvolgere attivamente la società civile, ma – soprattutto – i giovani e i bambini, in
omaggio ai loro genitori. Il 17 giugno si celebra anche la giornata dei figli d’Italia,
sicuramente sopraffatta dalla celebrazione della giornata mondiale per la lotta alla
desertificazione e alla siccità, le cui conseguenze si riflettono sulla qualità della vita
non solo degli esseri umani, ma di tutti gli ecosistemi, perché siccità e conseguente
desertificazione sono collegati al riscaldamento del Pianeta.
Il 22 luglio si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale del cervello.
Quest’anno il tema è stato scelto proprio sulla “prevenzione e salute del cervello”. Si
suggerisce che la salute del cervello va coltivata ogni giorno, focalizzando
l’attenzione sul legame tra il cibo e la mente e, quindi, come nutrire il cervello, non
disgiunto dai fattori ambientali di tipo alimentare, fisico e cognitivo. Si afferma che
danni non riparabili derivano dall’uso di droghe in giovane età e dall’abuso di alcool,
a loro volta causa, spesso, di altri danni quali litigi e incidenti stradali.
Si sottolinea come la dieta mediterranea, insieme all’attività fisica, funga da scudo
per prevenire anche altri mali come ipertensione, diabete e obesità. Mentre per il
cervello è detto che molte malattie neurologiche si possono prevenire attraverso un
corretto stile di vita, compresa la coltivazione delle relazioni sociali.
Il World Brain Day (la salute del cervello va coltivata ogni giorno), ci afferma che: “La
salute del cervello va intesa come una qualcosa che dobbiamo imparare a
considerare ogni giorno, coltivandola. Fare prevenzione delle malattie del cervello
vuol dire essere consapevoli che una dieta equilibrata, una corretta attività fisica e
coltivare le relazioni sociali, sono azioni che hanno un ruolo fondamentale nel
garantire il benessere del nostro cervello. Se si ha la salute del cervello, si ha salute,
e quindi imparare a gestire e prevenire quei fattori che possono portare danno al
proprio cervello è un esercizio che ognuno di noi può fare con semplicità”. È il
grande messaggio in questa giornata che viene diffuso da parte tutti i neurologi nel
mondo.
Il 14 novembre si celebra la Giornata Mondiale del Diabete – data di compleanno di
Sir Frederick Grant Banting (1891/1941), fisiologo ed endocrinologo canadese,
scopritore dell’insulina – nel 1922 – insieme al medico britannico John James Richard
Macleod (1876/1935) (con il quale ha condiviso il Premio Nobel), nonché al medico
canadese Charles Herbert Best (1899/1978) e al biochimico, anch’egli canadese,
James Bertrand Collip 1892/1965).
Sono avvenimenti celebrativi attorno alla vita dell’essere umano sin dal
concepimento, con opportuni controlli sanitari, seguito poi dalla nascita anche con
la corretta alimentazione, con gli idonei suggerimenti perché possa crescere e vivere
una vita la più longeva possibile, nella massima autonomia, efficienza fisica e
intellettiva.
Nella nostra Costituzione la tutela della salute è garantita dall’articolo 32 che così
recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e
nell’interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
Non bastano, purtroppo, solamente le celebrazioni e neanche il dettato
costituzionale ma – a livello comunitario – occorre che vengano armonizzati e ben
tenuti in debita considerazione i principi salutistici sopra menzionati nelle singole
celebrazioni, nell’ambito della coltivazione, conservazione, manipolazione e
confezionamento dei prodotti alimentari, spesso ricchi di smisurate quantità di
ingredienti – anche superflui e non meglio specificati nelle percentuali (zuccheri,
grassi, oli, additivi e conservanti vari), vista la presenza di patologie (allergie e
intolleranze alimentari) di cui molte persone sono affette o, addirittura, ignorano di
esserlo, con ulteriori gravi conseguenze.