venerdì, 22 Novembre, 2024
Esteri

Herzog: no a guerra con il Libano. Israele non c’entra con esplosioni dei cercapersone

Netanyahu: metà ostaggi ancora vivi. A Nord: scuole chiuse. Ospedali nei sotterranei

Il Presidente di Israele Isaac Herzog sulle esplosioni di cercapersone e walkie-talkie in Libano ha detto: “Rifiuto categoricamente qualsiasi connessione con questa o quella operazione”. In effetti il governo israeliano non ha mai rivendicato gli attacchi agli apparecchi elettronici mobili, mentre continua i bombardamenti e le uccisioni dei comandanti e leader di Hezbollah, rivendicandoli. Il Presidente ha anche aggiunto che il suo Paese “non è interessato a una guerra con il Libano” e ha accusato Hezbollah di essere responsabile della escalation militare. “Non vogliamo entrare in guerra con il Libano, na il Libano è stato preso in ostaggio da un gruppo terrorista che è anche un partito politico e si chiama Hezbollah”. Herzog, infine, ha spiegato che Hezbollah “è armato fino ai denti dall’impero del male iraniano” e che i capi uccisi nell’attacco a Beirut “si erano incontrati per lanciare un altro orribile attacco come quello del 7 ottobre di Hamas”.

Israele teme invasione via terra

I miliziani palestinesi, con Hassan Fadlallah, sostengono che si stanno intensificando gli scontri: “Abbiamo una resistenza forte e capace – ha detto –. Tutte le opzioni sono sul tavolo, siamo pronti per qualsiasi scenario”. Mentre la Casa Bianca cerca di abbassare la tensione: “Un’escalation militare non è nell’interesse di Israele” e ha sottolineato che Sinwar, il leader di Hamas, “non sta negoziando in buona fede”. Nelle ultime 24 ore c’è stato un continuo lancio di missili da una parte e dall’altra. L’esercito israeliano ha cambiato le linee guida di sicurezza ai confini libanesi e centinaia di migliaia di persone hanno dovuto lasciare le loro abitazioni perraggiungere i rifugi durante gli allarmi nella notte. A Tel Aviv si sospetta che vertici militari del gruppo sciita stiano pianificando, con le forze d’élite Radwan a Beirut, un’invasione di terra in Israele.

Attacchi sempre più intensi

Motivo per il quale un alto funzionario militare israeliano ha dichiarato alla stampa che “le regole del gioco sono cambiate, la politica delle equazioni è finita.” Mentre il premier Netanyahu ha rivelato che “metà degli ostaggi tenuti prigionieri a Gaza è ancora in vita” e poi ha spiegato: “Negli ultimi giorni abbiamo colpito Hezbollah con una serie di attacchi che non avrebbe mai immaginato. Se Hezbollah non ha recepito il messaggio, vi prometto che lo recepirà”. “Siamo determinati a far tornare sani e salvi nelle loro case” i residenti sfollati del nord – ha aggiunto – nessun Paese può tollerare il fuoco” dei razzi “sui suoi residenti e sulle sue città. Nemmeno lo Stato di Israele può tollerarlo”. Netanyahu ha quindi promesso che Israele “farà tutto il necessario per ripristinare la sicurezza” anche lungo il confine settentrionale. Giordania e Stati Uniti hanno invitato i loro cittadini a lasciare immediatamente il Libano.

Funerali di Aqil

Ieri nella piazza Shura di Beirut, roccaforte di Hezbollah, si sono svolti i funerali del comandante dell’unità di forze speciali Radwan Ibrahim Aqil, ucciso nel raid israeliano di venerdì scorso durante una riunione con altri 16 miliziani. Hamas ha elogiato Hezbollah dopo che il gruppo libanese ha lanciato nella notte razzi contro il nord di Israele. Mentre a Ramallah, in Cisgiordania, l’esercito israeliano ha fatto un’incursione nella sede, già chiusa, di Al Jazeera. La tv finanziata dal Qatar ha comunicato che “l’irruzione nell’ufficio e il sequestro delle nostre attrezzature non sono solo un attacco ad Al Jazeera, ma un affronto alla libertà di stampa e ai principi stessi del giornalismo”.

Onu: catastrofe imminente

Il rappresentante delle Nazioni Unite in Libano, Jeanine Hennis-Plasschaert, ha avvertito di una “catastrofe imminente” in Medio Oriente, per l’escalation militare tra Israele e Hezbollah. “Mentre la regione è sull’orlo di una catastrofe imminente, non possiamo dirlo abbastanza: non esiste una soluzione militare per rendere entrambe le parti più sicure”. Dichiarazione affidata ai social che non fermano gli scontri sul campo: ieri la difesa civile israeliana ha ordinato la chiusura delle scuole anche a Haifa e nelle cittadine più a sud. Inoltre, gli ospedali della zona, dopo aver annullato gli interventi chirurgici non urgenti hanno programmato il trasferimento dei reparti nelle aree sotterranee per motivi di sicurezza.

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