domenica, 22 Settembre, 2024
Esteri

Israele decima i capi militari di Hezbollah con raid aerei in Libano

Negli Stati Uniti fermato un terrorista globale che finanziava “il partito di Dio”

Sono decine gli esponenti di Hezbollah colpiti negli ultimi raid israeliani. Tra questi due comandandi militari, Aqil e Wahbi, e numerosi combattenti dell’ala armata della formazione sciita. Fonti militari israeliani hanno spiegato che “il comando delle forze al-Radwan era riunito nella zona sotterranea“ quando gli aerei da combattimento F-15 hanno lanciato quattro missili penetranti che hanno colpito il secondo piano interrato di un edificio in Libano dove si stava tenendo una riunione. All’avvicinarsi del 7 ottobre, primo anno di guerra, si intensificano le raffiche di missili che partono dall’uno e dell’altro fronte. Hamas sembra completamente smantellato e ridotto a qualche leader che si nasconde nei tunnel ancora non identificati da Israele, mentre aumenta la tensione con Hezbollah. L’Idf ha comunicano di aver attaccato più di 100 obiettivi soltanto nella giornata di ieri, compresi strutture di lancio e infrastrutture “terroristiche”. In tre zone sono scoppiati incendi, tra cui la foresta di Ein Zeitim vicino a Safed, e un’area aperta nei pressi di Beit Hillel. Secondo i media arabi, gli attacchi dell’Idf in Libano hanno invece colpito le aree di Jabal Safi, Tayr Harfa, Aalma El Chaeb, Zahrani e Deir Siriane, nel sud del Paese. Si ritiene che sia stato ucciso – ma l’informazione non è confermata da Hezbollah – anche Hussein Ali Ghandour, considerato responsabile dell’assedio e della carestia degli abitanti siriani di Madaya e odiato dagli oppositori siriani che da sempre lo hanno definito il “macellaio” per la ferocia con cui costrinse gli assediati a nutrirsi di erba e foglie utilizzando la fame come arma.

Khamenei chiama a raccolta i musulmani

Aumenta anche la retorica iraniana che in occasione della commemorazione della guerra Iran-Iraq (1980-1988) fa sfilare nella parata militare di Teheran anche il nuovo missile balistico a lungo raggio “Jihad” a carburante liquido e il nuovo drone kamikaze Shahed 136-B. L’ayatollah Ali Khamenei ha chiamato, di nuovo, a raccolta gli stati musulmani per opporsi a Israele: “Se le nazioni islamiche usano il loro potere interiore, il regime sionista verrà rimosso dal posto in cui si trova nel cuore della comunità islamica – ha dichiarato. – In effetti, l’unità tra i musulmani creerà un potere che non solo può eliminare il regime sionista, ma porrà anche fine all’influenza e all’interferenza degli Usa nella regione. Se i due miliardi di musulmani in tutto il mondo si uniranno, saranno più potenti di qualsiasi potenza nel mondo di oggi”.

Usa: “buon risultato” uccisione di Aqil

Mentre i “se” ipotetici degli ayatollah rimbalzano sui media, l’Amministrazione Biden, ha sempre sottolineato di non essere stata messa al corrente dei raid israeliani e degli attacchi attraverso i cercapersone e altre apparecchiature elettroniche, ma attraverso il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan, ha definito la notizia della morte di Ibrahim Aqil “un buon risultato” e ha detto di voler parlare più tardi con i funzionari israeliani dell’operazione. “Questo individuo ha le mani sporche di sangue americano”, ha dichiarato Sullivan. Aqil era ricercato dagli Stati Uniti da anni per il suo presunto ruolo nell’attentato all’ambasciata Usa di Beirut del 1983 e nella cattura di ostaggi americani e tedeschi in Libano negli anni Ottanta. Nel 2023, il dipartimento di Stato Usa aveva annunciato una ricompensa fino a 7 milioni di dollari per informazioni che portassero alla sua “identificazione, localizzazione, arresto e/o condanna”. Hezbollah, intanto, ha nominato Ali Karaki e Talal Hamia al posto di Ibrahim Aqil e Fuad Shukr per la guida del Consiglio della Jihad. Mentre il premier libanese, Najib Mikati, ha annullato il suo viaggio a New York per partecipare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Anche il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha posticipato di un giorno la partenza per New York.

Usa: si dichiara colpevole finanziatore Hezbollah

Negli Stati Uniti, ieri, un ex diplomatico libanese, accusato di essere un finanziatore del movimento Hezbollah, si è dichiarato colpevole di aver eluso le sanzioni finanziarie. Mohammad Ibrahim Bazzi, 60 anni, che ha la cittadinanza libanese, britannica e belga è accusato di essere un “terrorista globale”, di cospirazione per condurre transazioni illecite con un terrorista internazionale. Bazzi ha “accettato la responsabilità del suo ruolo nella cospirazione per spostare segretamente centinaia di migliaia di dollari dagli Stati Uniti al Libano in violazione delle sanzioni impostegli per aver assistito il gruppo terroristico Hezbollah”, ha affermato il procuratore statunitense Breon Peace. Bazzi rischia fino a 20 anni di prigione, l’espulsione e la confisca degli 828.528 dollari coinvolti nelle transazioni illegali.

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