Carlo Acutis è un adolescente che muore a quindici anni, il 12 ottobre 2006, a causa di una leucemia fulminante e che dopo appena 12 anni dal triste evento, il 5 luglio 2018, è dichiarato venerabile da Papa Francesco.
Nasce a Londra il 03 maggio 1991 ove da Torino si erano appena trasferiti i genitori Antonia Salzano e Andrea Acutis per le proprie esigenze di lavoro. Rientrano, comunque, presto in Italia ed esattamente a Milano ove Carlo frequenta le scuole elementari e medie presso le suore Marcelline ed il liceo classico presso l’Istituto Leone XIII, gestito dai gesuiti, frequentando regolarmente le attività parrocchiali presso la chiesa di Santa Maria Segreta, dimostrando un particolare attaccamento alla fede cattolica.
Il percorso di vita di Carlo Acutis, brevissimo ed intenso, infatti, mette in luce il ruolo della fede che lo avvolge sin da ragazzo quando si accosta per la prima volta alla prima comunione. Diceva dell’Eucaristia “La mia autostrada per il Cielo” e la devozione alla Madonna la esprimeva partecipando quotidianamente alla messa e a recitare il Rosario.
Carlo Acutis accetta la malattia, nonostante l’età, con estrema compostezza da lasciare sbalorditi tutti coloro che gli stanno vicino, segni di una profonda fede desunta anche da alcune celebri frasi pronunciate.
In Ospedale, nei durissimi giorni della malattia – muore in soli tre giorni presso l’Ospedale San Gerardo di Monza – pronuncia quest’ultima frase: “Sono felice di morire, perché ho vissuto la mia vita senza perdere neanche un minuto in cose che non piacciono a Dio”.
I resti del Beato Carlo Acutis, riesumati dal cimitero cittadino, dal 6 aprile 2019 sono conservati presso il Santuario della Spogliazione di Assisi, per la beatificazione da parte di Papa Francesco avvenuta il 10 ottobre 2020 ed ora in attesa della canonizzazione che sembra sia in programma, insieme ad altri Santi, proprio in una data particolare del prossimo anno Giubilare.
Papa Francesco, infatti, il 23 maggio 2024, ha autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante il riconoscimento del secondo miracolo attribuito al beato Acutis per la santificazione, aprendo così la strada della sua canonizzazione.
Carlo Acutis, nella sua vita terrena, benché breve, aveva avuto modo di esercitare molti interessi tipici degli adolescenti coetanei, oltre a prodigarsi ad aiutare chiunque incontrava, con gentilezza e comprensione.
La sua grande passione era l’informatica e i siti web, strumenti dei quali faceva largo uso per divulgare e testimoniare la fede. Per tale motivo, con la beatificazione, viene indicato come possibile patrono di Internet e tra i suoi attributi vi è il personal computer.
Vi è traccia da cui si legge che: “Ideo’ e organizzo’ una mostra sui miracoli eucaristici nel mondo, con la collaborazione dell’Istituto San Clemente I Papa e Martire. Tale mostra, ospitata nelle parrocchie che ne fanno richiesta e presente anche online, ha fatto tappa in tutti i cinque continenti: è stata portata in quasi 10.000 parrocchie solo negli Stati Uniti d’America, e nel reto del mondo in centinaia di parrocchie e in alcuni tra i santuari più famosi, come ad esempi Fatima, Lourdes e Guadalupe.”
Si legge che: “Prima di morire dichiara di voler offrire le sue sofferenze per il Papa e per la Chiesa e promette alla madre Antonia che le avrebbe dato molti segni della sua presenza. La madre, in seguito, dichiara di aver avuto delle visioni di Carlo in sogno, il quale le avrebbe promesso che avrebbe avuto altri figli; ciò è accaduto realmente nel 2010 quando sono nati i gemelli Michele e Francesca Acutis, che hanno seguito l’esempio del fratello sviluppando una grande fede religiosa.”
Sembra che vi siano oltre 200 siti e blog che parlano, in diverse lingue, del Beato Acutis, mentre i genitori Andrea e Antonio sono immersi di lettere e di richieste di preghiera da ogni parte del mondo.
Traccia della sua biografia è sul sito web del Sinodo dei vescovi “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”(3-28 ottobre 2018). Mentre un film documentario dedicato ai miracoli eucaristici, intitolato “Segni” e frutto di collaborazione tra Vaticano Media e Officina della Comunicazione, parte proprio dalla testimonianza di Carlo Acutis.