giovedì, 14 Novembre, 2024
Esteri

Stati Uniti e Brasile lanciano nuove elezioni in Venezuela nonostante i rifiuti di Maduro e dell’opposizione

Il presidente statunitense Joe Biden ha espresso, giovedì, il suo sostegno per nuove elezioni in Venezuela, con la presenza di osservatori internazionali come soluzione alla crisi politica. Questo, nonostante le rivendicazioni di vittoria, nelle consultazioni del 28 luglio, sia del governo venezuelano sia della sua opposizione. L’idea è stata proposta dal presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva. Tuttavia, non ha ancora ottenuto il supporto né di Maduro né dell’opposizione. Gli USA e altri paesi occidentali hanno intensificato le sanzioni sul petrolio venezuelano. Lula ha suggerito che un “governo di coalizione” potrebbe risolvere la crisi. La leader dell’opposizione, Maria Corina Machado, ha respinto la proposta, insistendo che le elezioni sono già avvenute e che Maduro deve affrontare le conseguenze della sua permanenza illegittima. Anche il partito al potere in Venezuela ha escluso nuove elezioni. Lula non riconosce ancora Maduro come vincitore e chiede la pubblicazione dei risultati elettorali non ancora resi pubblici. Il presidente colombiano Gustavo Petro ha suggerito che il partito al governo e l’opposizione potrebbero temporaneamente scambiarsi il potere, come avvenuto in Colombia nel ventesimo secolo. Petro ha sottolineato che la soluzione politica dipende da Maduro e ha chiesto la revoca di tutte le sanzioni contro il Venezuela. I leader latinoamericani discuteranno della crisi durante l’insediamento del nuovo presidente della Repubblica Dominicana. Il principale consigliere di Lula per la politica estera, Celso Amorim, ha dichiarato che il Brasile non ha formalmente proposto nuove elezioni in Venezuela. I senatori conservatori hanno criticato l’amministrazione Lula per la sua posizione morbida verso Maduro e hanno chiesto cosa stesse facendo il Brasile per i leader dell’opposizione incarcerati. Amorim ha affermato che il Brasile ha offerto assistenza a sei membri dell’opposizione che chiedevano asilo presso l’ambasciata argentina.

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