Decisioni fai da te per ogni Regione, una catena di comando che si è frammentata sotto i colpi di decisioni contraddittorie, talvolta in contrapposizione tra loro. Uno scenario dove sono prevalse rivalse polemiche che hanno penalizzato l’azione di molti operatori sanitari. È dura, e convincente l’analisi fatta dal Sindacato Nazionale Area Radiologica SNR, che in una nota evidenzia come: “la frammentazione nei 21 sistemi con 21 orientamenti politici diversi ha dimostrato tutta la sua dannosità, così come si è avvertita forte la inadeguatezza di un sistema centrale che avrebbe dovuto fornire indicazioni e linee guida univoche”.
Non solo, per il sindacato dei radiologi, categoria tra la più esposta ai rischi di contagio, c’è anche il dubbio che queste incertezze abbiamo favorito l’espandersi dell’epidemia. Quindi a proposito di linee guida, “Che invece sono tutt’oggi oggetto di procedure sporadiche di tipo aziendale o solo in pochissimi casi regionale.
Andrà valutato se anche questo non sia fra le concause della differente diffusione epidemica”.
Ecco quindi che la Segreteria Nazionale del Sindacato Nazionale Area Radiologica SNR. rimarca inefficienze e ritardi.
“Nella catena di comando è purtroppo mancata la necessaria collaborazione con chi lavora sul campo, sostituita da modalità inutilmente dirigistiche e non idonee a sopperire alle carenze che sarebbero state comprensibili se non imposte e nascoste”.
“I radiologi”, prosegue la nota in cui si polemizza contro l’eccesso di enfasi mediatica e con quelle punte di protagonismo su incerte scelte terapeutiche, “insieme a igienisti, laboratoristi, psicologi e farmacisti FASSID uniti dal comune ruolo di elementi portanti della struttura aziendale, sono stati lasciati in sofferenza incompresa. E, aldilà della quotidiana battaglia, anche in giorni così tragici non è mancato chi ha ritenuto di proporre improbabili e non certificati rimedi fanta intelligenti e pseudo avveniristici, chi ha fatto le ennesime affannose ricerche di apparenza mediatica più che di sostanza, chi ha cercato per l’ennesima volta spregevoli vantaggi mercantili suggerendo la caccia all’errore”.
C’è anche un aspetto su cui i radiologi si soffermano, ed è quello delle azioni giudiziarie che rischiano di moltiplicarsi.
“A questo proposito la ferma posizione di condanna pervenuta dall’Ordine Nazionale Forense sulle azioni giudiziarie contro i medici fa sorgere fondate speranze sulla capacità dimostrata in tempi bui dal nostro Paese di saper trovare la strada corretta rispetto ad andamenti ingiusti. In questo senso”, sollecita il sindacato, “auspica che l’iter veloce dell’emendamento sulla depenalizzazione sia rivolto a sanare la piaga tutta italiana dello sfruttamento dell’errore medico non doloso, sperando che la norma non serva a coprire peraltro ed invece i comportamenti inidonei di chi non ha ben osservato i doveri di dirigente”.
“Non essendo”, sottolinea il Snr, “questo il momento di entrare nel merito distraendosi dall’unico impegno che è quello della lotta al virus e del sostegno alle persone ammalate e alle loro famiglie, auspichiamo che il sacrificio e l’abnegazione di questi giorni possano essere utili per un ripensamento complessivo dell’organizzazione sanitaria a partire dal titolo V e dal rispetto dei ruoli nel giorno della ricostruzione”.
Per la Segreteria Nazionale del Sindacato Nazionale Area Radiologica è quindi il momento di cambiare rotta sulla sanità affidata alle Regioni. “La frammentazione nei 21 sistemi con 21 orientamenti politici diversi ha dimostrato tutta la sua dannosità, così come si è avvertita forte la inadeguatezza di un sistema centrale che avrebbe dovuto fornire indicazioni e linee guida univoche. Che”, sostengono i radiologi, “invece sono tutt’oggi oggetto di procedure sporadiche di tipo aziendale o solo in pochissimi casi regionale. Andrà valutato se anche questo non sia fra le concause della differente diffusione epidemica”. Il sindacato, inoltre, per rafforzare la sua tesi rivela come le lacune organizzative abbiamo messo a rischio molti operatori.
“In Regione Lombardia”, rivela il sindacato, “nonostante si sia più volte richiesto di attivare tutte le norme a protezione degli operatori sanitari, molte Aziende anche nei lavoratori con febbre non proseguono nel percorso di controllo e non seguono le direttive del Ministero e dell’ISS sottoponendoli ai tamponi, insieme ai loro contatti. L’unico provvedimento è il confinamento presso la propria abitazione. Stiamo diffidando e siamo pronti ad assumere le successive necessarie azioni perché siano attivate tutte le misure atte a difendere i lavoratori della sanità e conseguentemente i pazienti e la popolazione”.
“I dirigenti medici e sanitari del Sindacato”, conclude la nota, “che hanno ruoli istituzionali ancora riconosciuti in un paese democratico sono a disposizione per condividere le soluzioni migliori nell’interesse dei pazienti. Non ascoltarli non è indice di efficienza ma di inutile arroganza inidonea a migliorare l’efficacia della lotta al virus”.