Questa settimana Miguel Zapata, ex impiegato governativo, è stato accusato di aver trasmesso false informazioni, inerenti la sommossa del 6 gennaio al Campidoglio, riguardo a suoi ex colleghi all’FBI. Secondo quanto riportato in una dichiarazione giurata dell’agenzia governativa, tra febbraio e aprile 2021, Zapata avrebbe inviato almeno sette segnalazioni anonime attraverso il sito web delle denunce dell’FBI, accusando ex colleghi governativi di aver partecipato all’assalto. L’uomo avrebbe utilizzato un servizio di anonimato online. Le segnalazioni presentavano una struttura linguistica similare. Analizzando i dati dell’FBI, si è scoperto che le denunce erano riconducibili a quattro indirizzi IP; le informazioni sull’utente di questi indirizzi erano associate a un account a nome “Mike Zapata”.
Servizio di anonimato
L’account avrebbe utilizzato il servizio di anonimato per accedere al portale dell’FBI. Zapata affermava che i suoi ex colleghi avessero avuto un ruolo attivo nella rivolta del Campidoglio, talvolta divulgando informazioni confidenziali per supportare coloro che miravano a sovvertire il governo. Tuttavia, la dichiarazione giurata sottolinea che nessuno dei sette individui accusati era presente a Washington, D.C. il 6 gennaio, né aveva partecipato all’assalto al Campidoglio, poiché tutti, in quel giorno, erano al lavoro in Virginia. In particolare, una delle segnalazioni del 16 febbraio 2021 imputava a un collega la partecipazione attiva alla sommossa con l’intento di “cacciare e giustiziare i politici”. In un’altra dell’11 aprile 2021, si accusava un altro ex collega di aver offerto sostegno a gruppi estremisti nazionali come Oath Keepers, Proud Boys e Boogaloo e di aver condiviso informazioni riservate con questi gruppi per facilitare i loro piani insurrezionali. Nessuna risposta è stata fornita dall’avvocato di Zapata né dal Dipartimento di Giustizia. Fino ad oggi, oltre 1.387 persone sono state incriminate in connessione con i disordini avvenuti al Campidoglio.