L’Etna, il vulcano della città metropolitana di Catania, sta regalando agli abitanti delle sue pendici un suggestivo spettacolo naturale: enormi anelli di fumo si innalzano nel cielo dalla sua cima, suscitando l’attenzione di cittadini e visitatori che lo hanno da subito soprannominato ‘Lady of the Rings’, ovvero la ‘Signora degli Anelli’. Si tratta di un fenomeno raro (volcanic vortex rings) generato dell’esplosione di bolle di gas presenti nel magma incandescente, seguita dalla rapida risalita del vapore acqueo attraverso un piccolo condotto vulcanico apertosi lungo il margine nord-occidentale del Cratere di Sud-Est. Non è la prima volta che ciò accade, anzi, il primo avvistamento sull’Etna risale al 1724; successivamente, episodi simili si sono verificati anche sullo Stromboli. Boris Behncke, vulcanologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania, ha dichiarato nei social media che “nessun vulcano sulla Terra produce tanti anelli di vapore (volcanic vortex rings) quanto l’Etna – evidenziando come esso stia “battendo tutti i record precedenti”.
Centinaia se non migliaia di anelli
Il vulcano Etna è uno dei vulcani più attivi al mondo ed è un sito designato patrimonio mondiale dell’UNESCO. Dal 2006 ogni anno c’è stata un’eruzione. Boris Behncke, vulcanologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania, ha scritto “Lo sapevamo già da tempo. Nel 2000 e ancora da luglio 2023 in poi, il cratere ‘Bocca Nuova’ (uno dei quattro crateri sommitali del vulcano) ha emesso migliaia di questi anelli e sta continuando. Nel tardo pomeriggio dello scorso 2 aprile – ha spiegato Boris – una piccola bocca si è aperta sul bordo nord-orientale del cratere di Sud-Est, producendo sbuffi di gas incandescente. La mattina successiva era evidente che questi sbuffi producevano una quantità impressionante di anelli di vapore, e questa attività è andata avanti da allora, avendo già emesso centinaia se non migliaia di questi graziosi anelli”.
Un fenomeno raro ma già conosciuto
Il fenomeno ‘volcanic vortex rings’ è un evento raro ma già conosciuto, studiato per la prima volta dal fisico, ingegnere e matematico Sir William Thomson sin dalla fine dell’Ottocento. Anche se non ancora pienamente compreso, gli scienziati ritengono che siano il risultato di una combinazione di rapido rilascio di gas nella parte superiore del condotto magma e regolarità nella forma della bocca emittente. Si pensa che si formino quando il vapore acqueo condensato del vulcano colpisce l’aria fredda. È importante sottolineare che “non si hanno notizie di particolari disagi nei paesi circostanti né all’aeroporto di Catania”, dove capita di sospendere le attività in caso di grandi eruzioni. L’eruzione dell’Etna lo scorso novembre ha costretto l’aeroporto di Catania a chiudere temporaneamente, mentre sono state introdotte restrizioni alla circolazione a causa della cenere che ricopriva l’area circostante.
Sotto costante sorveglianza dell’Ingv
In precedenza, anche le eruzioni di agosto e maggio avevano interrotto i voli. Il vulcano è uno dei più attivi d’Europa e nell’ultimo ventennio ha manifestato uno stato di attività quasi costante. In particolare, nel 2021 l’Etna ha emesso così tanto materiale piroclastico e strati di lava da aumentare di quasi 31 metri in altezza. La maggior parte delle eruzioni non mette in pericolo chi visita o vive nella zona, ma nel 1928 l’intera cittadina di Mascali, che sorgeva nel basso versante orientale dell’Etna, fu spazzata via a causa di una colata lavica che la sommerse. L’eruzione del 1928, dal XVIII secolo ad oggi, costituisce l’unico evento eruttivo che ha causato la distruzione di un centro abitato dell’Etna. Il vulcano è sotto costante sorveglianza da parte dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania, che registra e comunica i terremoti in tempo reale.