sabato, 5 Ottobre, 2024
Economia

Il Def prudente di Giorgetti: crescita all’1%. “Impatto devastante del Superbonus”

Il ministro dell'Economia: "Pensiamo ad altri tagli”. Critiche le opposizioni

“Ci sono degli impegni che intendiamo mantenere, ovvero quello della decontribuzione che scade nel 2024 e che vogliamo assolutamente replicare nel 2025. Questo è il vero obiettivo che ci poniamo quando andremo a definire il programma strutturale entro il 20 settembre”. Sono le rassicurazioni e promesse di Giancarlo Giorgetti nel presentare il Documento di economia e finanza che ieri ha avuto il via libera dal Consiglio dei Ministri. Il titolare del dicastero di via Venti Settembre nel corso della conferenza stampa ha delineato una strategia economica attenta alle regole europee e focalizzata sulla sostenibilità delle finanze pubbliche, mantenendo al contempo un occhio vigile sulle sfide e sulle opportunità che il contesto economico globale presenta.

Debito pesantemente condizionato

Il Ministro è sceso quindi nei dettagli delle cifre contenute nel Def che prevedono nel 2024 un Pil in crescita dell’1% (in ribasso comunque dello 0,2% rispetto a quanto previsto nello scorso autunno), un deficit del 4,3% del Pil (calerà poi al 3,7% nel 2025) e un debito/Pil del 137,8% (per poi salire al 138,9% nel 2025). E proprio sull’andamento del debito che si è concentrata gran parte dell’attenzione del Ministro dell’Economia, che lo ha definitivo pesantemente condizionato dal pagamento dei crediti fiscali del superbonus per i prossimi anni: “C’è questa enorme massa di 219 miliardi di crediti edilizi che è un impatto devastante: quando scenderanno in forma di compensazione, quindi minori versamenti nei prossimi anni, diventeranno a tutti gli effetti debito pubblico, anche ai fini contabili, oltre a esserlo già oggi, di fatto, in termini di impegni assunti nei confronti dei cittadini italiani”.

Italia resiliente grazie alle piccole imprese

Giorgetti ha poi fatto il punto sullo stato delle finanze del Paese, partendo dalla considerazione che c’è un’incertezza generale globale a causa prima di tutto della pandemia che ancora oggi pesa tanto, ma anche per i conflitti in corso, Ucraina in primis. Le preoccupazioni, insomma, non mancano, ma nonostante ciò il Ministro vede con occhi ottimistici il futuro: “L’economia italiana si è dimostrata resiliente. Il tessuto delle piccole e medie imprese ha aiutato verosimilmente molto in questo. Ci sono segnali che la Germania ha ricominciato a ingranare e anche questa è una buona notizia per l’industria manufatturiera italiana. Bisogna essere fiduciosi, ma il quadro generale induce comunque alla prudenza”.

Caccia alle risorse

Secondo Giorgetti la prossima Legge di bilancio dovrà considerare attentamente il nuovo contesto determinato dalle regole europee, mantenendo al contempo gli obiettivi prioritari, come a esempio la decontribuzione, che ha contribuito a dare un certo respiro agli italiani. Ma il panorama economico italiano è stato complicato, per il Ministro, dall’insuccesso del superbonus, il che rende ancora più cruciale una revisione delle politiche di spesa. Insomma, tra i risparmi per consolidare i conti il governo ragiona a nuove sforbiciate della spesa dei ministeri: “Stiamo pensando come andare ulteriormente avanti in questa direzione di tagli, non auspicavamo il disastro del superbonus e questo complica il quadro onestamente”.

Inflazione sotto controllo

Ha però espresso soddisfazione per l’andamento dell’inflazione, che sembra sotto controllo, e ha ribadito l’importanza di considerare attentamente l’opportunità di procedere con le privatizzazioni (c’è un piano da 20 miliardi) come parte di un’ampia operazione di razionalizzazione, che è compresa nella Nadef: “E’ un obiettivo ambizioso, ma anche realistico e a quello ci atteniamo, anche perché l’andamento del debito e la sua sostenibilità non dipende esclusivamente dal programma di alienazioni”.

Opposizioni contrarie e all’attacco

Di certo il Def, almeno per un giorno, ha avuto il ‘pregio’ di rimettere d’accordo Pd e M5S. Per il Capogruppo dem al Senato Francesco Boccia il Documento presentato ieri dalla maggioranza è un atto tipico di un governo in procinto di dimettersi o di concludere la legislatura perché la mancanza della parte programmatica nel Def rappresenta un’omissione significativa, che solleva interrogativi sulla direzione futura delle politiche economiche nazionali. Tale omissione, secondo il Boccia, suggerisce un governo privo di una visione a lungo termine e incapace di delineare una strategia chiara per affrontare le sfide economiche del Paese. Per i pentastellati il Def di quest’anno, in pratica, non esiste: “L’esecutivo dei ‘pronti’ ha patriotticamente messo in atto una fuga dalle sue responsabilità”, la nota deicomponenti M5S delle Commissioni bilancio e finanza di Camera e Senato. Secondo il M5S il governo “non ha ancora capito bene come funziona il nuovo patto di stabilità, subìto da Germania e Francia; vuole come sempre comprare tempo, per provare ad annacquare i suoi fallimenti economici; ha verosimilmente sbagliato la classificazione del Superbonus e dei bonus edilizi, dopo che Giorgetti ha gestito in prima persona l’agevolazione per più di 3 anni. Quello che resta sul piatto lo ha spiegato il ministro dell’economia in conferenza stampa: ancora tagli alla spesa, ancora privatizzazioni e svendite di Stato, un debito pubblico in aumento”.

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