giovedì, 19 Settembre, 2024
Esteri

Il rabbino Yosef: esodo di massa di ortodossi se ci obbligate alla leva

Biden: "Netanyahu danneggia Israele". Ripresi i colloqui di pace al Cairo

Sulla guerra russo-ucraina ha parlato Papa Francesco chiedendo un negoziato e la fine delle ostilità e per la guerra in Medio Oriente è intervenuto il rabbino capo Yizhak Yosef minacciando che Haredim (israeliani ortodossi) avrebbe lasciato Israele in massa se la loro esenzione dal servizio obbligatorio del paese non fosse rinnovata. Anche in questo caso parole che hanno suscitato polemiche, ma il messaggio del rabbino è chiaro: “risparmiate i vostri figli”. Il leader dell’opposizione, Yair Lapid, ha polemizzato dicendo che il rabbino è “un funzionario pubblico stipendiato dallo stato e non può minacciare lo stato.” “Se 66.000 giovani ultra-ortodossi si arruolano, l’Idf otterrà 105 nuovi battaglioni necessari per la sicurezza di Israele”, ha precisato Lapid. E anche il ministro della Difesa, Benny Gantz è intervenuto contro il rabbino definendo il suo intervento come “un affronto morale” allo stato di Israele. Mentre il partito ultra-ortodosso Shas, membro del governo di coalizione del primo ministro Benjamin Netanyahu, e che considera Rabbi Yosef il suo leader spirituale, ha criticato duramente Lapid per le sue osservazioni.

Biden: con Israele ma basta morti

Grandi tensioni interne che si sommano anche alle critiche che vengono dall’estero e in particolare dagli stessi alleati di Israele. Il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden è tornato a rimarcare il fatto che “il primo ministro Benjamin Netanyahu sta minando i valori su cui Israele è stato fondato e sta danneggiando il paese con la sua gestione della guerra di Gaza.” Biden riconosce a Israele il diritto a difendersi, a perseguire Hamas, “ma deve anche prestare maggiore attenzione alle vite innocenti” che si perdono nel corso delle operazioni militari. Tra l’altro ieri scadeva l’ultimatum del governo per un’offensiva su Rafah, che di fatto non c’è stata. Probabilmente le pressioni internazionali un qualche risultato l’hanno ottenuto. “Non lascerò mai Israele”, ha sottolineato Biden in un’intervista televisiva: “la difesa di Israele è ancora critica, quindi non c’è una linea rossa in cui io taglierò tutte le armi”, ha spiegato Biden, ma allo stesso tempo, “non si possono avere altri 30.000 morti palestinesi, come conseguenza dell’ossessione di stanare Hamas a tutti i costi; ci sono anche altri modi.” Il premier Netanyahu ha risposto a Biden specificando che le sue “non sono politiche private, ma sono politiche sostenute dalla stragrande maggioranza degli israeliani.”

Rispettato inizio Ramadan

I palestinesi sono nel periodo del Ramadan. I leader hanno spinto la popolazione ad ammassarsi nelle moschee, soprattutto a Gerusalemme, ma la risposta non sembra arrivare. Potrebbe essere un segnale della stanchezza del popolo in guerra suo malgrado e magari uno sprone a produrre risultati con i colloqui di pace. La città Vecchia di Gerusalemme non è stata addobbata come di consueto in segno di rispetto per le vittime della guerra. La polizia israeliana, in una nota, ha comunicato che “consentirà l’osservanza delle preghiere del Ramadan in sicurezza sul Monte del Tempio, mantenendo la sicurezza e l’incolumità nell’area.”

I negoziati riprendono

Intanto le speranze per un cessate il fuoco prima del Ramadan sono andate deluse, nonostante il pressing del Presidente americano Joe Biden che in un intervista a Msnbc nella notte, ha affermato di “non essersi ancora arreso”. Un nuovo round negoziale è iniziato al Cairo, e mira ad affrontare i risultati dell’incontro di Parigi di fine febbraio sul raggiungimento di un cessate il fuoco e sullo scambio di prigionieri e ostaggi, ma soprattutto a porre fine alle operazioni militari israeliane. Cosa che non avviene: ieri ci sono stati nuovi bombardamenti a sud della Striscia con decine di morti e dal Libano, Hezbollah ha lanciato una quarantina di razzi contro Israele.

Antisemitismo in Olanda

In Olanda, invece, un grave episodio di antisemitismo: mentre il re Willem Alexander inaugurava ufficialmente il primo Museo dell’Olocausto del Paese a Amsterdam, fuori centinaia di manifestanti hanno protestato contro la campagna militare di Israele a Gaza e contro il Presidente israeliano Isaac Herzog che è intervenuto alla cerimonia. “Questo museo ci mostra quali devastanti conseguenze può avere l’antisemitismo”, ha detto il sovrano durante un incontro solenne in una sinagoga vicina, a cui hanno partecipato anche sopravvissuti olandesi all’Olocausto.

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