“L’indipendenza energetica è fondamentale per l’Italia”. Sono queste le prime parole del vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenuto al convegno “Indipendenza energetica dal 2050 – La parola alle imprese: come riuscirci”, che si è svolto presso la Sala della Regina di Montecitorio. “Il nostro Paese rappresenta la seconda manifattura d’Europa, con quattro milioni di piccole e medie imprese e con una presenza agricola importante. Non possiamo pertanto non avere una visione strategica del settore dell’energia”, ha aggiunto. Il ministro Tajani ha poi affrontato il tema del caro energia. “Soffriamo del caro energia e vediamo, ad esempio, quanto costa in Francia.Questo mette a rischio la nostra competitività. Abbiamo il dovere di progettare una strategia per pagare sempre meno l’energia. La guerra in Ucraina ci ha resi indipendenti dalla Russia. Non è stato facile, ma, grazie anche all’Eni, abbiamo trovato accordi con altri Paesi, ma sempre di altri Paesi si tratta”, ha sottolineato Tajani.
Energia rinnovabile e nucleare
Durante il convegno si è parlato anche del tema riguardante l’energia nucleare. “Bene la decisione di due commissioni della Camera che hanno cominciato a sentire esperti per capire cosa fare con il nucleare. Noi, come Forza Italia, siamo favorevoli alla scelta del nucleare di seconda generazione, i rischi sono sempre minori, non c’è più bisogno di costruire grandi centrali e la scelta di farle non è fonte di energia inquinante. Noi siamo ambientalisti, ma siamo per la terza via dell’ambientalismo, per una scelta ambientalista pragmatica, che tenga conto anche delle necessità economiche e sociali del nostro paese.
Non possiamo avere una politica delle emissioni di Co2 senza tenere conto della realtà in Italia e in Europa. Siamo convinti che ambiente e industria possano abbassare insieme i consumi energetici e le emissioni di Co2”, ha detto Tajani.“Le cose vanno fatte con il buon senso. Parallelamente, dobbiamo pensare a come lavorare con altri Paesi. Il piano Mattei è parte di questa strategia, siamo in grado di esportare il nostro saper fare, cosa che fanno bene fuori dall’Italia le nostre aziende, che sono parte integrante della nostra politica estera. Fondamentale è il ruolo della nostra rete elettrica. Le reti devono sempre garantire la sicurezza nazionale. Ci sarà il mercato unico europeo dell’energia e dobbiamo prepararci, ma dobbiamo far sì che la politica del nostro governo si avvalga del contributo e delle conoscenze degli esperti”, ha concluso il ministro degli Esteri.
I biocarburanti
In seguito, la discussione si è spostata sull’uso dei biocarburanti, un tema centrale soprattutto per il nostro Paese. E proprio su questo tema è intervenuto il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, affermando che si aspetta “un’apertura diversa a livello di Unione europea riguardo i biocarburanti, che esca dall’attuale ideologia, per evitare che questa risorsa resti una colossale casa di riposo e si possa invece guardare in avanti. Noi siamo un grande produttore di biocarburante ma non sono ancora stati inseriti nella tassonomia Ue e l’Europa dovrebbe farlo. Sono uno dei veicoli di sviluppo del futuro. L’Unione europea fino a un anno fa non ammetteva il nucleare, e a un certo punto demonizzava anche il gas, ma la luce continuavano ad accenderla tutti”.
Senza energia non c’è vita
Successivamente è intervenuto durante il convegno l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, il qualeha dichiarato che “al mondo nessuno è indipendente dal punto di vista energetico. Solo gli Usa, un grande mercato, hanno energia e attitudine corretta per non dire no a qualsiasi cosa altrimenti non si è indipendenti ma si finisce nel fortino che ti costruisci”. Descalzi ha spiegato inoltre che altri Paesi “non sono indipendenti ma hanno trovato una diversa indipendenza. Un piano di sicurezza energetica può essere un piano di indipendenza energetica che deve essere fatto da tantissime interconnessioni.
L’Italia ad oggi in campo energetico ha quasi il 78% di fonti fossili e per fare un piano di sicurezza energetica bisogna fare i conti con i consumi”. L’amministratore di Eni ha aggiunto che è “giusto parlare dell’energia e dell’indipendenza e di cosa dobbiamo fare ma dobbiamo capire in modo serio che senza energia moriamo e che non possiamo parlare a vanvera. Scusate i toni accesi ma ogni tanto penso che siamo arrivati con i nodi al pettine. Siamo in una situazione estremamente difficile, dobbiamo alzare la testa e avere il coraggio di dire le cose che pensiamo. Abbiamo un grande mercato che si sta atrofizzando e non abbiamo energia nostra e dobbiamo essere molto più aperti. Oggi secondo me è un momento importante, dobbiamo prenderci tutte le nostre responsabilità e capire che siamo agli sgoccioli perché un Paese come l’Italia o l’Europa, di grande capacità produttiva, è come una Ferrari che non ha benzina. Quindi dobbiamo guardare al nostro mercato come a un oggetto che si deve muovere”.