venerdì, 21 Febbraio, 2025
Ambiente

Il Mediterraneo scotta, il 16,1% dell’Europa è ormai minacciato da grave sofferenza idrica

Arriva dall’European Drought Observatory (EDO – Osservatorio europeo sulla siccità) la più recente attestazione sulla grave situazione idrica, che sta colpendo ampie zone del bacino Mediterraneo. In particolare, l’Osservatorio indica come il 16,1% dell’Europa sia ormai minacciato da grave siccità, ma soprattutto come l’1,2% sia già in ‘allarme conclamato’. Nello specifico, le spagnole Murcia, la Regione Valenciana e l’Isola di Maiorca a tal riguardo presentano uno scenario drammatico. In Catalogna, dove non piove significativamente da tre anni, sono già scattate restrizioni sull’uso civile dell’acqua. In questi giorni a preoccupare maggiormente è la grave situazione idrica nel nostro Paese: la Sicilia e la Sardegna, in particolare, stanno già facendo i conti con limitazioni nell’uso agricolo della risorsa idrica.

Stato di grave sofferenza idrica

“In Italia le due maggiori isole stanno già facendo i conti con limitazioni nell’uso agricolo della risorsa idrica, ma le temperature eccezionalmente alte, la scarsità di precipitazioni e l’assenza di neve lungo la dorsale appenninica stanno velocemente disegnando uno stato di grave sofferenza idrica per le regioni peninsulari, più accentuato al Sud, ma in costante allargamento verso le regioni centrali”. A renderlo noto è l’ANBI, Ass. Naz. dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue, che aggiunge: “Criticità stanno evidenziandosi anche nelle regioni del Nord: in particolare, su alcuni bacini piemontesi, in Liguria ed Emilia Romagna orientale. Va meglio a Nord-Est dove, nonostante le temperature miti, nel mese di gennaio le precipitazioni sono state superiori alla media e lo stato di innevamento su Dolomiti e Prealpi risulta nella norma, soprattutto in Veneto”.

Scenario preoccupante

Il report settimanale dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche parte dalla Sardegna, dove la crisi d’acqua non si attenua: i bacini sono al 50% del riempimento. Oltre all’emergenza idrica che si sta generando in Sicilia, L’ANBI ha anche riportato che, rispetto al 2023, mancano 440 milioni di metri cubi ed il deficit rispetto alla media degli ultimi 14 anni è del 32% circa. In Basilicata, gli invasi contengono il 40% d’acqua in meno rispetto all’anno scorso; in Puglia il deficit sale addirittura al 44%; in Campania il fiume Volturno presenta livelli nettamente inferiori alle medie degli anni passati; a gennaio in Abruzzo le piogge si sono concentrate principalmente lungo la fascia collinare litoranea, lasciando a secco i monti Aquilani e la Marsica. Sul Lazio, le piogge di inizio d’anno sono state minime: sulla Capitale, dal primo di gennaio ad oggi, sono caduti solo 21 millimetri mentre, negli scorsi 18 anni, la media del mese si aggirava su mm. 76: attualmente, il deficit è di oltre il 72%. Anche in Umbria le piogge sono finora scarse nel 2024. In Emilia-Romagna è esemplare la rapidità con cui la Secchia è scivolata al di sotto della portata minima storica: tutti i fiumi della regione sono in secca con deficit maggiori nei bacini centro-orientale.

Ripercussioni per l’economia agricola

In Lombardia il fiume Adda continua a calare: le riserve idriche, nonostante gli abbondanti volumi d’acqua immagazzinati dai laghi, sono inferiori del 14,2% alla media del periodo, a causa del 35% di neve che manca in quota, emerge dal report. In Piemonte, il mese appena trascorso è stato secco (-25% di pioggia); la neve è ovunque poca (indice Snow Water Equivalent: -35%), ma è particolarmente scarsa sul Piemonte Meridionale (indice SWE: -86%). Stante l’attuale congiuntura idrica, anche il fiume Po subisce un ulteriore arretramento, che lo allontana sempre più da una condizione di normalità. In Valle d’Aosta, nei bacini della bassa valle, l’indice SWE è ai minimi storici. “Guardiamo con apprensione l’evolversi della situazione meteo, perché si stanno delineando le condizioni per un’altra estate di emergenza idrica con gravi ripercussioni soprattutto per l’economia agricola” commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’ANBI. “Alte temperature e carenza di piogge sono un mix – indica Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – che sta mettendo sotto stress da settimane le infrastrutture idrauliche del Mezzogiorno, che finora riescono a rispondere alle esigenze dei campi, che si eleveranno però con l’incedere dei mesi più caldi, quando aumenterà anche la pressione antropica, dovuta all’arrivo dei turisti. Aldilà dei provvedimenti emergenziali è necessario attivare da subito le cabine di regia fra tutti i soggetti interessati per gestire al meglio, nel rispetto delle priorità di legge, le risorse disponibili”.

 

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